Deissi
riferimento in linguistica / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Con il termine deissi si definisce, in linguistica, il ricorso ad espressioni che, all'interno di un enunciato, facciano riferimento[1]:
- alla situazione spazio-temporale in cui lo stesso enunciato è emesso (in relazione al tempo dell'enunciazione si parla di origo[2] deittica);
- alle persone che emettono o ricevono l'enunciato.
Il termine "deissi" origina dal greco antico δεῖξις?, deîxis ("indicazione"), derivato di δείκνυμι (dèiknymi, "io mostro, io indico")[3].
Le lingue naturali ricorrono assai spesso ad elementi deittici grammaticalizzati: per questa ragione, lo studio della deissi riguarda sia la semantica sia la pragmatica[1], ma interessa anche la logica (con i contributi di Charles Sanders Peirce e Bertrand Russell[1]) e la psicologia.[4]
I più importanti contributi allo studio linguistico della deissi provengono da Karl Bühler, Henri Frei, Émile Benveniste, Charles J. Fillmore e John Lyons.[1]