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Dayuan
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I Dayuan o Ta-Yuan (cinese:大宛, Dàyuān, Ta-Yuan, letteralmente "Grandi Yuan") erano un popolo di Fergana in Asia centrale, descritto nello Shiji e nel Libro degli Han. Vengono citati anche nel racconto del famoso esploratore cinese Zhang Qian nel 130 a.C. e dai numerosi ambasciatori che lo seguirono. Lo stato di Dayuan viene generalmente associato alla valle di Fergana.
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Questi racconti cinesi descrivono i Dayuan come un popolo stanziale, con caratteristiche caucasiche, che abitava in città cinte da mura ed aveva "usanze identiche a quelle dei greco-battriani", un regno ellenistico che governava la Battria, attuale Afghanistan settentrionale. I Dayuan sono anche descritti come lavoratori e grandi amanti del vino.[1]
I Dayuan erano probabilmente discendenti dei coloni greci insediati da Alessandro Magno a Fergana nel 329 a.C., e prosperarono durante il regno ellenistico dei seleucidi e dei greco-battriani, finché non vennero isolati dalle migrazioni degli Yuezhi attorno al 160 a.C. In alternativa, è stato ipotizzato che il nome "Yuan" fosse semplicemente una traslitterazione delle parole "Yona" o "Yavana", usate in antichità in Asia per fare riferimento ai Greci ("Ioni"), in modo che Dayuan ("Grandi Yuan") significherebbe "Grandi Ioni".
L'interazione tra Dayuan e cinesi è cruciale dal punto di vista storico, dato che rappresenta uno dei principali contatti tra una cultura urbanizzata indoeuropea e la civiltà cinese, aprendo così la porta alla formazione della via della seta che un Oriente ed Occidente con scambi materiali e culturali dal I secolo a.C. al XV secolo d.C.