Daniel Zamudio
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Daniel Mauricio Zamudio Vera (Santiago del Cile, 3 agosto 1987 – Santiago del Cile, 27 marzo 2012) era un giovane cileno, divenuto un simbolo della lotta contro la violenza omofobica nel suo paese,[1] dopo essere stato attaccato e torturato da un gruppo di giovani che lo hanno picchiato per diverse ore nel Parque San Borja di Santiago, causandogli gravi ferite che nelle settimane successivo lo hanno portato alla morte.
L'attacco a Zamudio, perpetrato il 2 marzo 2012 da quattro persone presumibilmente legate a un gruppo neonazista, ha generato commozione e sgomento nella società cilena ed ha aperto il dibattito sull'omofobia nel paese, mettendo in evidenza l'assenza di una legge antidiscriminazione per questo tipo di crimini ed altri, che è stata finalmente promulgata dopo anni di elaborazione parlamentare. Nel 2012, i genitori e gli amici del giovane assassinato hanno creato la Fundación Daniel Zamudio, il cui obiettivo è combattere l'omofobia su tutti i fronti.[2]