Cyberknife
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Il CyberKnife è un sistema robotizzato di radiochirurgia stereotassica, ideato nel 1997 dal neurochirurgo statunitense John R. Adler, professore di neurochirurgia e radioterapia presso la Stanford University e da Peter e Russell Schonberg della Schonberg Research Corporation sviluppato dall'azienda Accuray.
L'idea del CyberKnife è l'ingegnerizzazione del trattamento, realizzato in tre dimensioni ideato dal fisico medico Renzo Carlo Avanzo con un tradizionale acceleratore lineare, un Varian da 4 MV senza alcuna modifica, applicato per la prima volta dal neurochirurgo Federico Colombo nel novembre 1982 nel reparto di Radioterapia dell'Ospedale Civile di Vicenza. Questa tecnica fu a sua volta ispirata all'apparecchiatura denominata GammaKnife, inventata dal neurochirurgo svedese Lars Leksell (1907-1986) e dal radiobiologo Bjorn Larsson. Notevole differenza rispetto al Gammaknife è che il sistema con acceleratore lineare in 3D può essere applicato a qualunque distretto corporeo non essendo limitato ai bersagli intracranici mentre il Gammaknife è applicabile solo alla teca cranica. Altri centri neurochirurgici altamente specializzati lo possiedono, anche in Europa.
Oggigiorno circa un centinaio di centri europei possiedono tale apparecchiatura elettromedicale, dopo il primo installato in Europa nel 2001 a Vicenza, dove era stato ideato e realizzato il primo trattamento al mondo in 3D con un normale acceleratore lineare nel novembre 1982, facendo ruotare il lettino col paziente, non potendo far ruotare un acceleratore di allora concepito per ruotare su un piano fisso ortogonale all'asse longitudinale del paziente. Quando furono installati i primi Cyberknife c'era ormai una casistica di migliaia di trattamenti, perché la tecnica con i normali acceleratori lineari si era già rapidamente diffusa nel mondo. In questa unità l'importante novità fu la robottizzazione della testa dell'acceleratore che, miniaturizzato, può muoversi in tutte le direzioni nello spazio attorno al paziente. Inoltre non occorreva più immobilizzare il paziente in modo cruento, con un casco neurochirurgico di Leksell, per avere una precisione adeguata alle possibilità della nuova tecnica di irradiare bersagli di dimensione anche al cm. In Italia vi sono ora circa otto dispositivi distribuiti tra Nord, Centro e Sud).[1]