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Con la caduta del comunismo la cultura e la società polacca cominciarono un processo di profonda trasformazione, contrassegnato dal ritorno della democrazia e dal nuovo sviluppo della società civile. Dopo il 1989, i pesanti controlli del Governo cessarono, e furono introdotti i radicali cambiamenti economici. L'afflusso delle nuove idee estetiche e sociali fu accompagnato dalle forze di mercato occidentali. Tuttavia, diversamente da qualsiasi altro marcatore temporale nello sviluppo della cultura polacca del passato, l'anno 1989 non introdusse alcuno specifico evento letterario o manifestazione artistica. Per una generazione di scrittori esperti i loro obiettivi e le loro ricerche morali rimanevano gli stessi del periodo precedente. Il primo decennio di libertà portò principalmente riforme statali nel finanziamento e nel patrocinio delle istituzioni culturali, costringendo l'autosostenibilità in un territorio spesso inesplorato. Letteratura, film, arti visive e mezzi di comunicazione di massa rimasero focalizzati sulla loro partecipazione attiva alla vita pubblica.[1][2][3]
Gli eventi che plasmarono la cultura polacca al principio del periodo post-comunista, cominciarono fin dal 1976. La repressione delle dimostrazioni del 1976 diede origine a un'editoria clandestina su una scala senza precedenti. Fu il vero inizio di una nuova conoscenza letteraria in Polonia.[1] Tra il 1976 e il 1989, la cosiddetta Drugi obieg (la Seconda circolazione, termine comunemente applicato alla stampa illegale in Polonia durante il colpo di Stato militare), pubblicò la sbalorditiva cifra di 5.000 bollettini informativi e periodici a grandezza naturale di tipo regolare, inclusi circa 7.000 libri.[4]
L'elezione del Papa polacco ha avuto un impatto ugualmente profondo sulla società. Due anni dopo, a Czesław Miłosz, che era stato messo sulla lista nera, fu assegnato il Premio Nobel per la letteratura,[5] e nacque il movimento di Solidarność (Solidarietà) in seguito a un'ondata di scioperi di massa contro il totalitarismo, la povertà e le misure di austerità. Quasi ogni artista e scrittore polacco prese parte al movimento, e – in una forma o un'altra – subì le conseguenze del giro di vite militare del dicembre 1981.[1][6] Dopo che – come nei film di Krzysztof Kieślowski (Senza fine, 1985; Decalogo, 1989) – l'esistenza meramente fisica non era più sopportabile.[7] Intanto, la stampa clandestina prosperava, sostenuta finanziariamente attraverso generose donazioni dall'Ovest,[4] e le ricerche sulla natura della legge e della moralità continuavano. La Russia non intervenne nella vicenda, quando il suo ex stato satellite fu dissolto legalmente nel 1990.[8]
Il periodo 1976–89 fornì la base intellettuale ed estetica necessaria sulla quale fu fondato il Postmodernismo polacco in campo artistico e letterario,[9] in parte ispirato alle opere ampiamente popolari di Witkacy, Witold Gombrowicz e Karol Irzykowski.[10] Le transizioni che cominciarono negli anni 1990 continuarono per tutto il XXI secolo.[1]
Tra i registi polacchi di fama mondiale, hanno assunto grande visibilità i vincitori del Premio Oscar: Roman Polański, Andrzej Wajda, Zbigniew Rybczyński, Janusz Kamiński, Krzysztof Kieślowski e Paweł Pawlikowski. I premi cinematografici più importanti sono i Polskie Nagrody Filmowe; sono rinomati il Festival internazionale del cinema di Varsavia (Warszawski Międzynarodowy Festiwal Filmowy), il New Horizons Film Festival di Breslavia, il Camerimage (International Film Festival of the Art of Cinematography) e il festival di cinema per ragazzi Ale Kino!. I film polacchi proposti per l'Oscar al miglior film straniero sono stati, dal 1964 al 2019 11 e uno di questi, Ida (2015) ha vinto il premio.
Il teatro polacco ha raggiunto una notevole notorietà in tutto il mondo, grazie a personaggi ben noti come Jerzy Grotowski. Uno degli esponenti più celebri del teatro novecentesco, è stato Tadeusz Kantor, pittore, teorico del dramma, scenografo e drammaturgo, il suo maggior successo lo ebbe con la rappresentazione della morte, mentre la sua produzione più riconosciuta è "Umarła klasa".
In Polonia non esiste una netta divisione tra attori teatrali e cinematografici, per cui molti artisti di scena sono noti agli spettatori di tutto il mondo, per esempio: Daniel Olbrychski, Krystyna Janda, Jerzy Radziwiłowicz, Jerzy Stuhr o Janusz Gajos.
Tra i maggiori compositori polacchi di musica classica, ne fanno parte: Fryderyk Chopin, Krzysztof Penderecki, Henryk Górecki e Karol Szymanowski. La musica di Chopin, influenzata dal folclore polacco trasmetteva la pura essenza del Romanticismo polacco. A partire dal 1927, il Concorso pianistico internazionale Fryderyk Chopin, viene celebrato ogni cinque anni a Varsavia.
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