Crisi del Niger del 2023
crisi politica ed istituzionale nello stato africano / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
La crisi del Niger del 2023 ha avuto inizio in seguito al colpo di stato in Niger avvenuto il 26 luglio 2023, durante il quale il generale Abdourahamane Tchiani, comandante della guardia presidenziale, ha deposto il presidente Mohamed Bazoum, istituendo il Consiglio Nazionale per la Salvaguardia della Patria[1][2][3][4]. In risposta a quanto accaduto, il 30 luglio la Comunità Economica degli Stati dell'Africa Occidentale (ECOWAS) ha emesso un ultimatum, dando ai leader del colpo di Stato in Niger una settimana per reintegrare Bazoum, con la minaccia di sanzioni internazionali e di un potenziale intervento militare. Il 6 agosto tuttavia, allo scadere dell'ultimatum, non si è verificato nulla e solamente il 10 agosto l'ECOWAS ha attivato la sua forza di pronto intervento[5][6]. Tutti gli stati membri dell'ECOWAS, ad eccezione di Capo Verde, si sono impegnati a preparare le proprie forze ad un possibile intervento armato contro la giunta nigeriana per reinsediare Bazoum. Al contrario, le giunte militari di Burkina Faso e Mali hanno annunciato che, se l'ECOWAS fosse intervenuto, avrebbero inviato truppe a sostegno di Tchiani, formando al contempo un patto di mutua difesa con il Niger[7][8].
Crisi del Niger del 2023 | |||
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Reazioni degli stati africani al colpo di stato in Niger | |||
Data | 29 luglio 2023 – in corso (0 anni e 309 giorni) | ||
Luogo | Niger | ||
Causa | Colpo di Stato in Niger del 2023 del generale Abdourahamane Tchiani contro il presidente Mohamed Bazoum | ||
Schieramenti | |||
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Comandanti | |||
Effettivi | |||
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