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specie di pianta della famiglia Rosaceae Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il cotogno (Cydonia oblonga Mill., 1768) è un albero da frutto appartenente alla famiglia delle Rosacee. È l'unica specie nota del genere Cydonia.[1]
Cotogno | |
---|---|
Cydonia oblonga in fiore | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superrosidi |
(clade) | Rosidi |
(clade) | Eurosidi |
(clade) | Eurosidi I |
Ordine | Rosales |
Famiglia | Rosaceae |
Sottofamiglia | Amygdaloideae |
Tribù | Maleae |
Sottotribù | Malinae |
Genere | Cydonia Mill., 1754 |
Specie | C. oblonga |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Ordine | Rosales |
Famiglia | Rosaceae |
Sottofamiglia | Maloideae |
Genere | Cydonia |
Specie | C. oblonga |
Nomenclatura binomiale | |
Cydonia oblonga Mill., 1768 | |
Nomi comuni | |
Melo cotogno, pero cotogno |
È uno dei più antichi alberi da frutto conosciuti: era coltivato già nel 2000 a.C. dai Babilonesi, tra i Greci era considerato frutto sacro ad Afrodite e in epoca romana era ben noto, venendo citato da Catone, Plinio e Virgilio.
I frutti in generale si chiamano cotogne; in particolare, le varietà a forma di mela sono dette mele cotogne, mentre quelle più allungate sono dette pere cotogne.
Il cotogno si presenta come un piccolo albero o arbusto, caducifoglie e latifoglie, che può raggiungere i 5–8 m di altezza. La pianta si adatta anche a suoli relativamente poveri purché ben drenati, soffre per eccesso di calcare. Le foglie alternate, semplici, sono lunghe 6–11 cm, con margine intero, pubescenti (finemente pelose).
I fiori sono bianchi o rosa, con cinque petali, con corolle di 5–7 cm di diametro; la fioritura avviene tardivamente (fine aprile inizio di maggio), e si ha dopo la emissione delle foglie.
I frutti, le cotogne, sono di colore giallo oro intenso, sono pomi di dimensioni variabili, (a volte molto grandi in alcune varietà) asimmetrici, maliformi o piriformi. La buccia del frutto è fittamente ricoperta di peluria che scompare a maturazione ed è comunque facilmente rimovibile. I frutti maturano fra settembre ed ottobre e la raccolta avviene tra fine ottobre e i primi di novembre. La polpa è facilmente ossidabile (scurisce all'aria), poco dolce ed astringente con una certa quantità di tannino. I semi sono poligonali, numerosi, spesso agglutinati tra loro da uno strato di mucillagine.
È l'unica specie del genere Cydonia[1]. Altre specie in precedenza incluse in questo genere sono oggi attribuite ad altri generi. Tra esse il cotogno cinese (Pseudocydonia sinensis), e alcune specie del genere Chaenomeles.
Originario dell'Asia Minore e della zona del Caucaso, oggi è diffuso principalmente nell'areale occidentale del Mediterraneo ed in Cina; un tempo molto diffuso anche in Italia, dagli anni '60 ad oggi si è verificata una notevole contrazione della produzione dato che la distribuzione dei frutti non interessa le grandi reti commerciali.
Il frutto del cotogno è usato come nutrimento dai bruchi di alcune specie di farfalle quali Bucculatrix bechsteinella, Bucculatrix pomifoliella, Coleophora cerasivorella e Coleophora malivorella.[senza fonte]
Quasi tutte le varietà sono autosterili, quindi per avere la fruttificazione occorre impiantare o avere presenti, almeno due varietà diverse per impollinarsi a vicenda. Per chiarimento: le piante originate da due semi diversi sono varietà diverse, due piante innestate con la stessa varietà sono lo stesso clone e quindi non sono varietà diverse. Alcune varietà sono parzialmente autofertili e con una sola varietà la produzione sarebbe limitata, perciò si avvantaggiano comunque dell'impollinazione incrociata (entro qualche decina di metri, con altre varietà).
Data la limitata dimensione propria delle piante di cotogno, governata anche da opportune potature, i cotogni trovano spazio e sono ancora coltivati in orti e frutteti domestici.
Il frutto era molto consumato fino a un secolo fa, ma ad oggi è diventato una rarità ed è considerato nei frutti dimenticati o minori.
Date le limitate dimensioni della pianta e la buona affinità di innesto, il cotogno è usato come portainnesto nanizzante per il pero nelle coltivazioni industriali.
Non tutte le cultivar di pero sono compatibili con il cotogno, William ad esempio non lo è e necessita di un intermediario, spesso Butirra Hardy o Passacrassana, che forniscono il tronco alla pianta.
Il frutto è commestibile sia cotto sia crudo. Crudo è aspro e duro, mentre cotto è molto gradevole e dolce.[2][3]
Le cultivar si differenziano per la forma del frutto, il colore, l'epoca di maturazione e la dimensione. Le varietà sono molte essendo un albero da frutto coltivato da millenni.
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