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posizione del gioco degli scacchi accompagnata da un quesito Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Un problema di scacchi oppure composizione scacchistica è una posizione del gioco degli scacchi creata da una persona, detta compositore, accompagnata da un quesito (detto enunciato) rivolto a chi lo voglia risolvere (il solutore).[1]
L'enunciato può essere, nei problemi cosiddetti "diretti", del tipo: il Bianco muove e matta in due mosse (detti comunemente di "matto in due"), il Bianco muove e matta in tre mosse ("matto in tre") oppure il Bianco muove e matta in n mosse ("più mosse").
Il problema di scacchi non va confuso con lo studio di scacchi, in cui l'enunciato è del tipo il Bianco muove e vince oppure il Bianco muove e patta. Si chiede al solutore di trovare l'unica continuazione che risolve lo studio, senza indicare il numero di mosse necessarie. Gli studi sono spesso dei veri e propri finali, che possono verificarsi in partita.
La composizione di problemi e di studi è regolamentata a livello internazionale dalla World Federation for Chess Composition (WFCC, ex PCCC), affiliata alla FIDE.
Caratteristiche generali del problema di scacchi sono:
Un problema inoltre dovrebbe avere qualità artistiche, estremamente difficili da definire oggettivamente e mutevoli negli anni. In ogni caso ogni problema dovrebbe svolgere un tema e non essere solamente difficile da risolvere. Fino al XIX secolo la difficoltà era considerata un pregio del problema, così che molte posizioni erano affollate di pezzi inutili, che servivano unicamente a rendere più difficile la soluzione. Oggi un pezzo inutile, che cioè può essere tolto dalla posizione senza cambiarne la soluzione, è considerato viceversa un difetto molto grave.
Un problema che abbia soluzioni diverse da quelle previste dall'autore si dice demolito (cooked in inglese) e non ha più alcun valore. Un problema che non abbia alcuna soluzione si dice insolubile.
Ogni posizione deve essere legale, ovvero deve essere raggiungibile dalla posizione iniziale. Sono quindi escluse posizioni con nove pedoni dello stesso colore o simili. Questo requisito normalmente non si applica ai problemi con pezzi o condizioni eterodosse.
Due convenzioni riguardano l'arrocco e la presa en passant:
Le riviste di scacchi e le riviste specializzate in problemi di scacchi organizzano tornei di composizione. I problemi pubblicati sulla rivista in un determinato periodo vengono esaminati da un giudice competente che stila una classifica. In genere la classifica è costituita da premi (problemi molto buoni), menzioni onorevoli (buoni problemi) e lodi (buoni problemi con qualche difetto).
Dal 1998 la FIDE, attraverso la PCCC (Permanent Commission for Chess Composition), oggi trasformatasi nella WFCC (World Federation for Chess Composition), organizza il Campionato del mondo di composizione, che si svolge ogni tre anni.
I tipi (o generi) di problema più comuni sono:
Alcuni dei pezzi e problemi eterodossi più popolari:
Il problema di Anderson riportato sopra è un esempio di soluzione particolarmente difficile. Elemento caratteristico è il controscacco, ovvero il rispondere a uno scacco con un altro scacco. Nel diagramma il Bianco ha a disposizione uno scacco di scoperta apparentemente letale. Muovendo l'Ab3 si dà scacco con la Tb1. La Tb1 è però attaccata dall'alfiere nero in h7 e su 1.Aa4++ o 1.Ac2+ il re nero ha a disposizione la casa c4, dopo di che il Bianco non ha matto.
La sorprendente soluzione è 1. Rd6! che minaccia 2. Db7#, esponendosi però agli scacchi della torre nera. Dopo 1. ...Td3+ la torre in d3 interferisce la linea d'azione dell'Ah7 e permette il matto 2. Ad5#, similmente dopo 1. ...Tg6+, segue 2. Ae6#.
Un bell'esempio di matto in tre mosse è il seguente, composto dal forte maestro tedesco Kurt Richter, noto per la variante Richter-Rauzer della difesa Siciliana e per l'attacco Richter-Veresov nella partita di Donna (2. Cc3 dopo 1. d4 d5).
Il problema a lato è un aiutomatto in due mosse. Questo indica che il Nero muove e aiuta il Bianco a dargli matto. In pratica vuol dire trovare una sequenza di mosse legali che porti al matto: Nero muove, Bianco muove, Nero muove, Bianco matta. Negli aiutomatti è normale avere più soluzioni (nell'esempio ce ne sono tre) purché esse siano tematicamente collegate.
Uno dei principi estetici della problemistica è il paradosso, una soluzione inaspettata o che sembra andare contro lo scopo prefisso. Così nell'esempio precedente la chiave inaspettatamente esponeva il re bianco agli scacchi del Nero. Qui il Nero deve aiutare il Bianco a dare matto e lo fa nel modo più inaspettato: catturandogli i pezzi! Le tre soluzioni sono
la seconda
la terza
È da notare che il Nero cattura ciclicamente i tre pezzi del Bianco: nella prima soluzione l'Ag7 e l'Af7, poi l'Af7 e il Ce8, poi il Ce8 e l'Ag7 chiudendo il ciclo (AB-BC-CA).
L'automatto qui a lato è un problema storico. Appare infatti sulla raccolta di problemi (partiti nella terminologia dell'epoca) chiamata Bonus Socius del XIV secolo. L'enunciato originale in latino era
«Albi trahunt et dicunt quod facient se mattari a nigris ad XIII tractum, male gratis nigris»
«il Bianco muove e dichiara che si farà mattare dal Nero in tredici mosse, qualunque cosa faccia il Nero.»
È anche da notare che il pezzo in h2 (indicato nel diagramma col simbolo di solito usato per la donna) è una fersa ovvero la donna del gioco medioevale che non aveva ancora i poteri odierni. La fersa muove di una sola casella in diagonale (nella posizione data il fatto che sia una fersa è ininfluente, con un pedone bianco la soluzione sarebbe identica).
Il problema è abbastanza banale dal punto di vista odierno in quanto ha una sola linea di gioco, per di più ovvia. Dal punto di vista storico dimostra che gli scacchi eterodossi hanno un'età confrontabile con quelli ortodossi. La soluzione è
guadagna un tempo vitale
e ora l'unica mossa legale del nero è
Il secondo problema a destra, la cui soluzione è senz'altro più difficile, è un automatto della compositrice inglese Edith Baird (1859-1924), considerata il più grande compositore di scacchi donna di sempre.
Il problema qui a lato sembra un normale matto in due, ma richiede un'analisi attenta della posizione e del suo passato. La soluzione più ovvia sembra 1.0-0! minacciando il matto 2.Tf8# e contemporaneamente sottraendo il re allo scacco in c2 del Ca1. Come detto sopra l'arrocco è sempre possibile, a meno che non si possa dimostrare il contrario. I pezzi critici sono la Ta6 e il Ca1. Quest'ultimo non può derivare da promozione di un pedone nero (a2-a1=C), perché al Bianco mancano due pezzi e la struttura dei pedoni neri a7, b5, c7, e a2 richiederebbe tre catture nere.
Il Ca1 è quindi arrivato da b3, prima che il Bianco effettuasse axb3. La Ta1 quindi, se è uscita, deve essere passata per e1, che richiede una mossa del re bianco e quindi impedisce l'arrocco. La Ta6 potrebbe però essere un pezzo promosso. Le possibili promozioni sono in d8, f8 e h8. Le prime due prevedono il passaggio di un pedone per d7 e f7, e quindi il re nero deve aver mosso, l'ultima la Th8 per arrivare in a6 deve essere passata per f8, e di nuovo il re nero deve aver mosso. Quindi si arriva a un'alternativa:
Sono stati composti problemi con pezzi eterodossi, cioè con movimenti diversi dai pezzi ordinari.
I pezzi eterodossi più comunemente impiegati sono il grillo e il nottambulo.
a | b | c | d | e | f | g | h | ||
8 | 8 | ||||||||
7 | 7 | ||||||||
6 | 6 | ||||||||
5 | 5 | ||||||||
4 | 4 | ||||||||
3 | 3 | ||||||||
2 | 2 | ||||||||
1 | 1 | ||||||||
a | b | c | d | e | f | g | h |
Nel problema (5) il pezzo rappresentato come una Donna capovolta è un grillo, che muove sulle linee della donna, ma ha bisogno di un pezzo da scavalcare e arriva (eventualmente catturando) sulla casa immediatamente successiva.
La soluzione consiste nell'obbligare il Grillo ad accompagnare il pedone nella sua marcia.
1. g3 Gh4 (qui come nel seguito il nero ha solo una mossa) 2. g4 Gf4 3. g5 Gh6 4. g6 Gf6 5. g7 Gh8 6. g: h8=G#.
Il pedone bianco arriva a promuovere e per mattare deve promuovere a Grillo! La promozione a pezzo eterodosso è per convenzione consentita, quando un pezzo di quel tipo esiste nel diagramma iniziale.
Il diagramma (6) mostra un problema di analisi retrograda, comunemente chiamato "retro". Richiede di arrivare alla posizione del diagramma in esattamente quattro mosse. Arrivarci in tre mosse è banale:
1. e4 e6 2. Ac4 c6 3. Axe6 dxe6.
Come fare a perdere un tempo sia per il bianco sia per il nero? La cosa sembra facile per il bianco (potrebbe giocare e2-e3 e e3-e4 o arrivare in c4 in due mosse ecc.), ma impossibile per il nero. In effetti la soluzione è semplicemente diabolica:
1. e4 e6 2. Ab5 Re7! 3. Axd7 c6 4. Ae8 Rxe8!. Un problema molto difficile da risolvere!
L'esempio (7) è uno studio famosissimo del XIX secolo. Le possibilità di vittoria del bianco sono ovviamente legate all'avanzata del pedone c6; il nero deve o cercare di dare continuamente scacco al Re bianco o catturare il pedone con la sua torre, ottenendo così la patta.
La prima mossa è 1. c7 cui segue l'obbligata 1. ...Td6+. Ora il Re bianco non può andare in b7, per l'ovvia Td7 cui seguirebbe la cattura del pedone; non può andare in c5 per 2. ...Td1! seguita da 3. ...Tc1 con la cattura dell'eventuale Donna bianca. Segue quindi 2.Rb5 e il nero continua con 2. ...Td5+; 3. Rb4, Td4+; 5. Rb3, Td3+; 6. Rc2; ora la Torre non può più portarsi in d1, ma il nero ha un'ultima possibilità, 6. ...Td4!. Infatti se ora il bianco promuovesse a Donna 7. c8=D seguirebbe 7. ...Tc4+!! 8. D:c4 e patta per stallo. Il bianco ha però l'ultima parola:
7. c8=T! promuovendo a Torre (minaccia il matto in a8) 7. ...Ta4; 8. Rb3 e il bianco vince.
L'esempio (8) è un problema di matto in due. Come detto sopra, il fatto che il bianco sia in posizione vinta e che qualunque giocatore giocherebbe 1. D: f3+ non ha alcuna importanza ai fini del problema. Dopo 1. D: f3+ Rg1 il bianco non può mattare in una mossa; quindi 1. D: f3 non è
la soluzione. Si può notare invece, che il nero si trova in zugzwang, un termine che, negli scacchi, indica una posizione in cui chi ha il tratto perde. Se toccasse al nero muovere, infatti, potrebbe giocare solo: 1. ..Ag1, cui seguirebbe 2. D: f3#, 1. ..A: g3 2. C: g3#, 1. ..Cf3 dovunque, 2. D: h2#.
Se il bianco potesse fare una mossa neutra potrebbe mattare. La Donna non ha case da cui attaccare h2 ed f3 (su 1. De2 Rg1!), il Cavallo ovviamente perderebbe ogni possibilità di mattare in g3; il Re può muovere, ma le case c4, c6, e6, e4 sono inaccessibili, perché si esporrebbe allo scacco del Cavallo; a 1. Rc5 seguirebbe 1. ..Ag1.
Resta solo 1. Rd6!, che è la soluzione (questo tipo di problema è detto "a blocco").
Per i compositori di studi si veda l'articolo studio di scacchi.
Grandi Maestri della Composizione
Bosnia ed Erzegovina
Altri problemisti
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