Collezione Filomarino
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La collezione Filomarino è stata una collezione d'arte seicentesca nata e sviluppata tra Roma e Napoli e appartenuta alla famiglia Filomarino.
Si tratta di una delle più importanti raccolte della città, frutto di due autonome collezioni avviate da due esponenti del casato facenti parte di due linee di discendenza distinte, da un lato quella di Marcantonio Filomarino, dei principi della Rocca e dall'altro il cardinale Ascanio Filomarino, ramo dei duchi della Torre.
La collezione di Marcantonio contava nel suo inventario del 1634 circa 200 pezzi, per lo più pitture del Seicento napoletano, e crebbe con altre immissioni effettuate dagli eredi fino al Settecento. Il potente Ascanio Filomarino, invece, cresciuto nell'orbita barberiniana, grazie alla quale acquisì le doti di collezionista raffinato, costruì la sua collezione, che contava negli inventari del 1685 e del 1700 (seppur lui morì già nel 1666) circa 300 pezzi, con una prevalenza di pitture classiciste di formazione romana, tra cui dipinti di Annibale Carracci, Domenichino, Francesco Albani, Giovanni Lanfranco, Guido Reni, Nicolas Poussin e del Cavalier d'Arpino, ma anche opere di Caravaggio, Valentin de Boulogne, Simon Vouet e Artemisia Gentileschi.[1]
Col passare degli anni la collezione dei Filomarino della Rocca vide l'uscita di diverse opere del suo inventario, successivamente non più rintracciate, mentre nel corso della metà del Settecento diverse tele già in collezione di Ascanio confluirono in quella della Rocca, cosicché le altre che rimasero presso la residenza della Torre furono distrutte o disperse nel 1799, in occasione di una sommossa popolare per la fine della Repubblica napoletana che vide alcuni ambienti del palazzo del cardinale esser dati al rogo. Dagli antichi inventari Filomarino, sia di Marcantonio che di Ascanio, solo poche opere della collezione sono state adeguatamente identificate.