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linguista, opinionista, giornalista, poeta, scrittore, traduttore, politico Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Ciril Zlobec (Ponikve, 4 giugno 1925 – 24 agosto 2018) è stato un poeta, scrittore e traduttore sloveno.
Ciril Zlobec nacque in una famiglia contadina, ultimo di sette figli. Frequentò la scuola elementare a Avber, poi il ginnasio nel seminario a Gorizia e Capodistria, dal quale fu espulso nel 1941 per "assenza di spirito religioso e indisciplina": scriveva infatti poesie in lingua slovena e fondò e curò una rivista letteraria nella stessa lingua, cosa proibita dal regime fascista. Ritornato a casa, nel 1942 venne mandato al confino in Abruzzo. Dopo l'8 settembre 1943 entrò nelle file della Resistenza. Al termine della guerra, continuò la scuola a Lubiana, dove si diplomò in slavistica e dove lavorò come giornalista, per la carta stampata e per la radiotelevisione. È autore di più di cento volumi, tra poesia, narrativa, saggistica e traduzioni. Per lungo tempo fu direttore di Sodobnost, una delle maggiori riviste letterarie, mentre già prima della laurea aveva diretto la rivista letteraria d'avanguardia "Beseda". È conosciuto come traduttore, soprattutto dalla lingua italiana, per autori come Dante Alighieri, Leopardi, Carducci, Montale, Ungaretti, Quasimodo... Dal serbocroato tradusse Davičo, Popa, Mihalić. Fu presidente della Lega degli scrittori jugoslavi e fu vicepresidente per due mandati dell'Accademia delle Scienze e delle Arti slovena. Fa parte anche delle omologhe accademie croata, europea (Salisburgo) e mediterranea (Napoli) Fu deputato al Parlamento sloveno per due mandati. Dopo l'indipendenza della Slovenia fece parte della Presidenza della Repubblica.
Parte importante della sua ispirazione è la poesia d'amore, presenti sono poi anche il tema dell'infanzia e la riflessione sulla poesia stessa. Si serve prevalentemente del verso libero, con influssi della lirica moderna italiana.
Per il suo lavoro letterario ricevette diversi premi, tra gli altri il Tomšič (1956), il Prešeren (1982), il Župančič (1976) e il Veronika (2000), ma soprattutto il riconoscimento d'oro della Repubblica di Slovenia, nonché numerosi riconoscimenti italiani (Premio Città dello Stretto e Premio Montale nel 1984, Premio Carlo Betocchi - Città di Piombino nel 1993, Premio speciale Giuseppe Acerbi[1] per l'opera omnia, Commendatore della Repubblica, "Insigne italianista" de Il Campiello, Sigillo d'Argento della Città di Trieste).
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