Chiesa di Santo Stefano (Terenzo)
chiesa nel comune italiano di Terenzo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La chiesa di Santo Stefano è un luogo di culto cattolico dalle forme tardo-romaniche e neoclassiche situato in strada della Posta 20 a Terenzo, in provincia e diocesi di Parma; fa parte della zona pastorale di Berceto-Fornovo-Medesano.
Chiesa di Santo Stefano | |
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Facciata | |
Stato | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Località | Terenzo |
Indirizzo | strada della Posta 20 |
Coordinate | 44°36′37.2″N 10°05′25.4″E |
Religione | cattolica di rito romano |
Titolare | santo Stefano |
Diocesi | Parma |
Stile architettonico | romanico e neoclassico |
Inizio costruzione | 1355 |
Completamento | 1789 |
L'originario luogo di culto fu edificato prima del XII secolo; la più antica testimonianza della sua esistenza risale al 1141, quando la cappella fu citata in una bolla del papa Innocenzo II tra i beni appartenenti al Capitolo della Cattedrale di Parma.[1]
In seguito la chiesa fu assegnata alla vicina pieve di Santa Maria Assunta a Bardone.[2]
Nel 1294 una catastrofica frana rase quasi completamente al suolo il borgo di Terenzo, distruggendo anche il tempio medievale.[3]
Nel 1333 il re Giovanni I di Boemia percorrendo la Via Francigena sostò nel villaggio insieme al figlio Carlo, che nella notte del 15 agosto, festa dell'Assunta, fece un terribile sogno premonitore; nel 1355 Carlo, nel frattempo divenuto imperatore del Sacro Romano Impero, si ricordò della sconvolgente visione[4] e ordinò la costruzione di una cappella dedicata a santa Maria degli Angeli sul luogo dell'antica chiesa distrutta, ricevendone l'approvazione da parte del vescovo di Parma Ugolino de' Rossi.[2]
Accanto alla Cappella Imperiale nel 1494 fu eretta la nuova chiesa di Santo Stefano in forme tardo-romaniche.[3]
La cappella di Santa Maria degli Angeli scomparve nel XVII secolo,[2] mentre la chiesa, caduta in profondo degrado, fu quasi completamente ricostruita nel 1789 in semplici forme neoclassiche,[3] mantenendo soltanto il campanile del precedente edificio.[2]
La chiesa si articola su un impianto a navata unica affiancata da due cappelle laterali;[2] anteriormente si sviluppa il piccolo sagrato ove è collocato un monumento in pietra e ferro battuto intitolato alla passione di Cristo, mentre sul retro si estende l'antico cimitero con la piccola cappella neoclassica.[3]
La simmetrica facciata a capanna, quasi interamente rivestita in pietra come il resto dell'edificio, è suddivisa orizzontalmente in due parti da una sottile cornice in laterizio; inferiormente si apre al centro il semplice portale d'ingresso, mentre superiormente una leggera rientranza delimitata da due paraste alle estremità inquadra un'ampia finestra nel mezzo, che spezza con l'arco a tutto sesto di coronamento la lieve fascia orizzontale in mattoni posta in sommità; il profilo superiore a capanna è sottolineato infine dal cornicione modanato in aggetto.
Sul retro si innalza accanto alla zona absidale a pianta rettangolare l'alto campanile quattrocentesco in pietra, in stile tardo-romanico;[2] la torre è caratterizzata dalla presenza nella zona superiore di ampie nicchie a tutto sesto poste su due livelli, una delle quali accoglie lo gnomone in ferro dell'antica meridiana oggi perduta;[3] più in alto la cella campanaria si affaccia sui quattro lati con aperture ad arco a tutto sesto.
All'interno la chiesa ospita alcune opere di pregio, tra cui la pala d'altare del Martirio di santo Stefano, risalente alla fine del XVII secolo, e i dipinti raffiguranti la Madonna col Bambino e san Bernardino da Siena, di anonimo settecentesco, e il Sacro Cuore di Gesù e putti con eucaristia, realizzato da Giuseppe Peroni intorno al 1770, oltre a una pianeta e una tunicella seicentesche.[2]
Il luogo di culto conserva inoltre la campana del 1365[2] proveniente dallo scomparso xenodochio[3] per pellegrini e zoppi fondato da Gerardo[2] o Gherardo Zily.[3]
La Cappella Imperiale in origine e la chiesa di Santo Stefano in seguito ospitarono a lungo una pregevole croce astile romanica in rame e bronzo dorato, risalente alla prima metà del XII secolo; donata dall'imperatore Carlo IV, l'opera è oggi conservata nel museo diocesano di Parma.[5]
L'oggetto è costituito da due parti distinte (croce e Crocifisso), unite con chiodi battuti.[5]
La croce piatta è decorata su entrambe le facce con incisioni a bulino, che disegnano una cornice frastagliata lungo i contorni; anteriormente, appaiono inoltre le figure di Adamo alla base e della Madonna e di san Giovanni evangelista sui due bracci; posteriormente al centro è posto un ampio clipeo con l'Agnello vittorioso, mentre sulle estremità sono raffigurati i simboli dei quattro evangelisti.[5]
Il Crocifisso, inciso anch'esso a bulino, è caratterizzato dalla presenza alla base di una testa mostruosa, forse di un serpente, su cui poggiano i piedi di Gesù.[5]
La croce astile conserva infine l'originaria spina dorata, utilizzata per fissare la struttura all'asta processionale.[5]
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