Insegnò quindi Teoria sociale e politica presso la stessa università, come membro dell'All Souls College. Fu poi per molti anni docente di Scienze politiche e Filosofia alla McGill University di Montreal, dove ora è professore emerito.
Nella sua Massey Lecture del 1991, Il disagio della modernità, Taylor si concentrò su quelli che riteneva i principali problemi delle società moderne. Affermò, in particolare, che la tradizionale tematizzazione dell'identità individuale, propria del liberalismo, è troppo astratta, monodimensionale, e strumentalista. I teorici del liberalismo, da John Locke ai più moderni John Rawls e Ronald Dworkin, avrebbero a suo giudizio ignorato i legami dell'individuo con la comunità e con gli «altri importanti» (secondo la terminologia di George Herbert Mead). Una visione più realistica del sé dovrebbe riconoscere quelli che Taylor chiama gli «orizzonti di significato» (con termine tratto da Hans-Georg Gadamer), il contesto di relazioni sociali e dialogiche con gli altri, all'interno delle quali acquisiscono importanza e significato le scelte etiche. Senza il riconoscimento di tale contesto – effettuato dal comunitarismo –, le scelte della vita sono suscettibili alla perdita di significato, in quanto dotate di uguale valore.
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The Explanation of Behavior, 1964
Hegel, 1975
Hegel and Modern Society, 1979 (trad. it. Hegel e la societa' moderna, Il Mulino, Bologna 1984).
Philosophical Papers, 2 voll., 1985
Sources of the Self: The Making of Modern Identity, Harvard University Press 1989 (trad. it. Radici dell'io, Feltrinelli, Milano 1993)
The Malaise of Modernity, 1992, versione pubblicata della Massey Lecture tenuta da Taylor nel 1991 (trad. it. Il disagio della modernità, Laterza, Roma-Bari 1993). Ripubblicata negli USA come The Ethics of Authenticity, Harvard University Press
Multiculturalism: Examining The Politics of Recognition (con Jürgen Habermas), 1994 (trad. it. Multiculturalismo. Lotte per il riconoscimento, Feltrinelli, Milano 2001).
«Uno dei grandi pensatori dei tempi moderni e un professore della McGill University, è un intellettuale di primo piano nel campo delle scienze sociali e umanistiche. I suoi lavori scientifici sono stati tradotti in molte lingue e i suoi commenti su temi di attualità, come i diritti individuali e la responsabilità collettiva, sono un punto di riferimento per tutti gli interessati, con il progresso della civiltà.» —nominato il 4 maggio 1995, investito il 15 febbraio 1996[2]
«Charles Taylor, professore emerito di filosofia alla McGill University, sostiene che problemi come la violenza e il bigottismo possono essere risolti solo considerando sia le loro dimensioni secolari che spirituali. Suggerisce che dipendere totalmente da punti di vista secolarizzati porta a un ragionamento frammentato e previene intuizioni cruciali che potrebbero aiutare una comunità globale sempre più esposta a scontri di cultura, moralità, nazionalità e religione.[3]» —Templeton Prize Press Conference, New York, 14 marzo 2007[4]
(FR) Émile Perreau-Saussine, Une spiritualité démocratique? Alasdair MacIntyre et Charles Taylor en conversation, Revue Française de Science Politique, 55 (2005), 2, p.299-315, versione online
(EN) James Tully, Philosophy in an Age of Pluralism: The Philosophy of Charles Taylor in Question (a cura di M. Weinstock), Cambridge University Press, Cambridge 1995