Campi nazisti in Polonia durante la seconda guerra mondiale
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I campi nazisti nella Polonia occupata durante la seconda guerra mondiale furono costruiti dai nazisti tra il 1939 e il 1945 su tutto il territorio polacco, sia nelle zone annesse nel 1939 che nel Governatorato Generale. Dopo l'attacco tedesco del 1941 all'Unione Sovietica, fu creato un sistema di campi molto più ampio del quale furono parte integrante i campi di sterminio costruiti appositamente per portare a termine la "soluzione finale".
La Polonia occupata contò 457 complessi di campi. Alcuni dei principali campi, sia di concentramento che di lavoro forzato, furono costituiti da dozzine di campi secondari distribuiti su una vasta area:[3]
- nel campo di Gross-Rosen i sottocampi furono 97;[4]
- il complesso di Auschwitz (Auschwitz I, Auschwitz II-Birkenau e Auschwitz III-Monowitz) contò 48 campi satelliti;
- Il campo di Stutthof contò 40 sottocampi ufficialmente e ben 105 sottocampi in funzione,[5] alcuni fino a 200 chilometri di distanza dal campo principale.[6][7]
Il sistema dei campi fu uno degli strumenti chiave del terrore e allo stesso tempo fornì la manodopera necessaria per l'economia di guerra tedesca. Gli storici stimano che li abbiano attraversati circa 5 milioni di cittadini polacchi, compresi gli ebrei polacchi.[8] Una ricerca (più imparziale) sulle statistiche dei prigionieri divenne possibile solo dopo il crollo dell'Unione Sovietica nel 1989: nei decenni precedenti, tutti gli abitanti della zona orientale del paese annesso all'URSS nel 1939 furono indicati, secondo le statistiche comuniste ufficiali, come cittadini dell'Unione Sovietica.[8]