Caffettiera napoletana
tipo di caffettiera Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La caffettiera napoletana (cuccumella in napoletano) o cafetière Morize[1] (in francese) è un tipo di caffettiera. A differenza della moka, non fa uso della pressione generata dal vapore per spingere l'acqua attraverso il caffè, bensì esclusivamente della forza di gravità.
Inventata dal francese Jean-Louis Morize nel 1819[2], si diffuse poi in tutta Italia come strumento per la preparazione casalinga del caffè. A partire da metà del XX secolo fu gradualmente soppiantata dalla più moderna moka, brevettata da Alfonso Bialetti, di più veloce e facile utilizzo.
È comunque ancora prodotta nel suo aspetto tradizionale e anche in più moderne soluzioni di design. Originariamente in rame, nel 1886 la versione tradizionale comincia ad essere fabbricata in alluminio. Esistono modelli anche in acciaio, che si possono utilizzare anche sulle piastre ad induzione.
Il termine cuccumella, usato a Napoli, è un diminutivo di cuccuma, "vaso di rame o terracotta"[3] (cfr. anche il veneto cogoma, con lo stesso significato[3]). Deriva dal latino tardo cucuma (o cuccuma, cocuma), "paiolo", attestato in Petronio, di origine sconosciuta[3] (alcuni propongono una derivazione da coquō, "cuocio"[4]; Devoto propende per un'origine mediterranea pre-latina[5]).
La caffettiera napoletana è formata da cinque elementi che si montano a incastro tra di loro:
La particolarità della caffettiera napoletana è che il serbatoio della bevanda, durante la prima fase di preparazione, è girato verso il basso per poi venire rovesciato verso l'alto e consentire la percolazione dell'acqua bollente attraverso il caffè e quindi la sua infusione. Come per la moka, le dimensioni variano a seconda della quantità di caffè che si desidera ottenere; la capienza si misura in tazze o in persone.
Una variante consiste nel mettere il contenitore del caffè in polvere e il serbatoio finale sul serbatoio dell'acqua soltanto dopo aver spento e fermato l'ebollizione, non riscaldando il caffè in polvere prima del contatto con l'acqua bollente. Secondo i fautori, ciò consentirebbe di accentuare nell'aroma e sapore le tonalità più dolci (arabica) rispetto a quelle più forti e amare (robusta).
Per meglio conservare l'aroma del caffè mentre questo scende nell'apposito serbatoio (operazione che, se la polvere di caffè è molto densa o costipata, può durare anche più di dieci minuti), è suggerito dalla tradizione napoletana l'utilizzo del cuppetiello, ossia un piccolo pezzo di carta piegato a forma di cono posto a coprire il foro del beccuccio, da togliere al momento di versare il caffè.[6]
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