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accordo sul clima di Parigi Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La XXI Conferenza delle Parti dell'UNFCCC, COP 21 o CMP 11, si è tenuta a Parigi, Francia, dal 30 novembre al 12 dicembre del 2015. È stata la 21ª sessione annuale della conferenza delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) del 1992 e l'11ª sessione della riunione delle parti del protocollo di Kyoto del 1997.[1][2]
XXI Conferenza delle Parti dell’UNFCCC (COP 21) | |
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Tema | Cambiamenti climatici |
Apertura | 30 novembre 2015 |
Chiusura | 12 dicembre 2015 |
Stato | Francia |
Località | Le Bourget sobborgo di Parigi |
Esito | Accordo di Parigi |
Ospiti notevoli | 195 Paesi |
La conferenza ha negoziato l'Accordo di Parigi, un accordo globale sulla riduzione dei cambiamenti climatici, il cui testo ha rappresentato un consenso dei rappresentanti delle 196 parti partecipanti.[3] L'accordo diventerà giuridicamente vincolante, se ratificato da almeno 55 paesi che insieme rappresentino almeno il 55% delle emissioni globali di gas serra. Le parti dovranno firmare l'accordo a New York tra il 22 aprile 2016 al 21 aprile 2017, e anche adottarlo all'interno dei propri sistemi giuridici (attraverso la ratifica, accettazione, approvazione o adesione).
Il 4 novembre 2019 il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ufficialmente avviato la procedura di uscita dall'Accordo di Parigi.[4] Il 20 gennaio 2021, non appena insediato, il presidente Joe Biden ha reintegrato gli Stati Uniti nell'Accordo di Parigi.[5]
Secondo il comitato organizzatore, l'obiettivo della conferenza del 2015 era quello di raggiungere, per la prima volta in oltre 20 anni di negoziati delle Nazioni Unite, un accordo vincolante e universale sul clima, da parte di tutte le nazioni del mondo. Papa Francesco ha pubblicato l'enciclica Laudato si' destinata, in parte, ad influenzare la conferenza: l'enciclica richiede un'azione contro i cambiamenti climatici. La Confederazione sindacale internazionale ha chiesto che l'obiettivo fosse "zero carbonio, zero povertà", e il suo segretario generale Sharan Burrow[6] ha ripetuto che non ci sono "posti di lavoro su un pianeta morto". Secondo il comitato organizzatore prima dell'inizio dei colloqui, il risultato chiave è stato quello di prevedere un accordo per fissare l'obiettivo di limitare l'incremento del riscaldamento globale a meno di 2 gradi Celsius (°C) rispetto ai livelli pre-industriali. L'accordo prevede un'emissione antropica di gas serra pari a zero da raggiungere durante la seconda metà del XXI secolo. Nella versione adottata dell'Accordo di Parigi, le parti si impegneranno anche a "proseguire gli sforzi per" limitare l'aumento della temperatura di 1,5 °C. Secondo alcuni scienziati, l'obiettivo di 1,5 °C richiederà l'inizio delle "emissioni zero" a partire da un periodo compreso tra il 2030 e il 2050.
Una serie di incontri si sono svolti in preparazione della COP21, tra cui la Conferenza sul clima di Bonn dal 19 al 23 ottobre 2015, che ha creato un progetto di accordo[7].
Questa conferenza ha avuto come presidente il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius ed è stata organizzata dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), un trattato ambientale creato dalla Conferenza sull'Ambiente e sullo Sviluppo delle Nazioni Unite. L'obiettivo della conferenza è stato quello di concludere, per la prima volta in oltre 20 anni di mediazione da parte delle Nazioni Unite, un accordo vincolante e universale sul clima, accettato da tutte le nazioni.
Il 12 dicembre 2015 i 196 paesi partecipanti hanno concordato al termine della conferenza e all'unanimità un patto globale, chiamato Accordo di Parigi, per ridurre le emissioni dei gas serra. Nel documento di 12 pagine i membri hanno concordato di ridurre la loro produzione di diossido di carbonio "il più presto possibile" e di fare del loro meglio per mantenere il riscaldamento globale "ben al di sotto di 2 °C" in più rispetto ai livelli pre-industriali. Il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius ha detto che questo piano "ambizioso ed equilibrato" è stato una "svolta storica" per l'obiettivo di ridurre il riscaldamento globale.
L'accordo non diventerà vincolante per gli Stati membri fino a quando almeno 55 paesi che producono oltre il 55% dei gas serra non avranno ratificato l'accordo. Ogni paese che ratifica l'accordo sarà tenuto a fissare un obiettivo di riduzione delle emissioni, ma il quantitativo sarà volontario. Ci sarà un meccanismo per forzare un paese ad impostare un obiettivo entro una data specifica, ma nessuna applicazione se l'obiettivo fissato non è soddisfatto: ci sarà solo un sistema "name and shame" ovvero una lista di paesi inadempienti, con l'obiettivo di incoraggiarli ad attuare il piano sul clima.
Il testo integrale dell'Accordo di Parigi ha avuto tre traduzioni in italiano:
Come è consuetudine prima delle grandi conferenze, le principali ONG e gruppi governativi hanno prodotto un'ampia varietà di dichiarazioni con l'intenzione di cercare il consenso anche alla COP21. Questi progetti includono almeno le seguenti azioni principali:
In tutto il mondo, oltre 600 000 persone hanno preso parte a manifestazioni in favore di un accordo forte. A Parigi, tuttavia, sono state vietate manifestazioni e riunioni pubbliche a causa degli attacchi terroristici avvenuti poche settimane prima della conferenza, ma ciò non ha impedito a migliaia di dimostranti di manifestare il 12 dicembre contro quello che ritenevano un trattato troppo debole.
Ci sono state anche altre manifestazioni illegali a Parigi, di cui una del 29 novembre sfociata in un violento scontro tra polizia e manifestanti anti-capitalisti.
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