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Brigate Giustizia e Libertà
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Le Brigate Giustizia e Libertà furono delle formazioni partigiane costituite nell'ambito della Resistenza italiana, legate prevalentemente al Partito d'Azione[1] ma aperte anche a combattenti degli altri partiti del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) o indipendenti, professanti un comune ideale laico e democratico. In azione, i componenti delle brigate indossavano al collo un fazzoletto verde di riconoscimento. Coordinate da un comando assunto da Ferruccio Parri, furono le formazioni partigiane più numerose dopo le Brigate Garibaldi, a guida comunista.
Brigate Giustizia e Libertà | |
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Descrizione generale | |
Attiva | settembre 1943 - maggio 1945 |
Nazione | ![]() |
Servizio | Partito d'Azione Comitato di Liberazione Nazionale |
Tipo | Brigate partigiane |
Obiettivo | Sconfitta dei paesi dell'Asse |
Battaglie/guerre | Seconda guerra mondiale Resistenza italiana Guerra di liberazione italiana |
Parte di | |
Corpo Volontari della Libertà Comitato di Liberazione Nazionale | |
Comandanti | |
Degni di nota | Ferruccio Parri Riccardo Lombardi Riccardo Bauer Detto Dalmastro Duccio Galimberti Dante Livio Bianco Giulio Bolaffi Pedro Ferreira Carlo Ronza Giorgio Bocca Otello Pighin Fermo Solari Pietro Maset Pietro Pandiani Manrico Ducceschi Ercole Miani |
Voci su unità militari presenti su Wikipedia |
Al Congresso del Partito d'Azione del febbraio 1946 a Roma, Parri citò in 24.000 gli effettivi regolari delle brigate di montagna e in 11.000 quelli delle bande cittadine. In cifre relative, le Brigate GL contavano, grosso modo, il 20% della cifra assoluta degli uomini mobilitati nella Resistenza, contro il 50% attribuibile alle formazioni a guida comunista[2]. Le Brigate subirono complessivamente 4.500 vittime[3].