Brancaccio (famiglia)
famiglia di antica nobiltà napoletana, in origine ascritta ai seggi di Nido e Capuana / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Il Casato Brancaccio è una delle più importanti, ricche e numerose famiglie di antica nobiltà napoletana, in origine ascritta ai seggi di Nido e Capuana.
Brancaccio | |||||
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Stato | Regno di Sicilia Regno di Napoli Regno delle Due Sicilie Stato Pontificio Regno d'Italia Italia | ||||
Titoli |
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Fondatore | Gregorius Brancatius | ||||
Ultimo sovrano | Marcantonio Brancaccio | ||||
Data di fondazione | X sec. | ||||
Data di estinzione | 5 novembre 1961 | ||||
Data di deposizione | 5 novembre 1961 | ||||
Etnia | italiana | ||||
Rami cadetti |
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Famiglia numerosa, le cui memorie familiari rimontano all'Alto Medioevo, con santa Candida, prima cristiana di Napoli, e san Bacolo, vescovo e patrono di Sorrento; in realtà il primo ricordo storico di un tribuno Gregorius Brancatius è presente in un documento del 961. Da Marinus Brancatius, ricordato nel Catalogo dei Baroni, discesero successivamente i due rami principali della famiglia: i Brancaccio Glivoli, o Dogliuoli (dal nome di una contrada di Napoli), o Delle branche asciutte (perché nello stemma posero soltanto quattro branche di leone in campo azzurro) e i Brancaccio Imbriani o Imbriachi[1]. Nonostante il possesso di grandi patrimoni e feudi, il nome della famiglia resta legato agli onori e al potere ottenuti da alcuni dei suoi membri, come il cardinale Rinaldo Brancaccio, morto a Roma nel 1472, Giulio Cesare Brancaccio (1515-1586), il cardinale Francesco Maria Brancaccio (1592-1675) ed altri[1]. Un ramo della famiglia passò in Francia nel XIV secolo e diede nascita ai "de Brancas", che divenne un'importante famiglia della nobiltà francese, fregiatasi del titolo ducale. Un ramo della casata si trasferì nel Seicento in Sicilia.
Un altro ramo, il ramo detto dei Brancaccio Imbriani[2], invece, rimase a Napoli dove, tuttora, possiede grandi e importanti proprietà, numerose opere d'arte di importanti autori e diversi terreni e altre piccole proprietà. Parte di questa famiglia si è poi unita con la famiglia nobile dei Gagliardi e dei Pignatelli. Questo ramo della famiglia si differenzia inoltre per i praenomen che si tramandano di generazione in generazione. Questi praenomen sono i nomi dei tre re magi (Gaspare, Melchiorre e Baldassarre). Salvatore Brancaccio, esponente dei Brancaccio Imbriani, si unì con la casata Pignatelli dando inizio ad una nuova dinastia.
La famiglia ebbe e ha esponenti importanti che ne portano avanti il nome nonché numerosi palazzi e luoghi d'interesse dedicati o appartenenti ad essa quali: Palazzo Brancaccio (Roma), Palazzo Brancaccio (Napoli), Cappella Brancaccio o di San Domenico Maggiore (Napoli), Rampe Brancaccio (Napoli), Teatro Brancaccio (Roma).