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Blotter art
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La Blotter art è una forma d'arte figurativa che ha raggiunto l'apice della sua diffusione negli anni settanta del XX secolo, consistente nella realizzazione di immagini stampate serialmente su fogli perforati di carta assorbente intrisa di LSD in soluzione liquida. Questa pratica guadagnò popolarità in seguito a una serie di fattori, fra cui la progressiva messa al bando degli allucinogeni in tutto l'Occidente a partire dalla fine degli anni sessanta. Uno degli impulsi che favorì la propagazione di questa forma d'espressione fu infatti anche la necessità di aiutare il consumatore a identificare il dosaggio, il produttore o il lotto di LSD tramite un logo rinnovabile e immediatamente risconoscibile, anche se non sono mancati esempi di blotter art praticata su fogli di normale carta assorbente, ovvero realizzata e pensata al di fuori dell'ambito del consumo di stupefacenti.
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Durante gli anni di maggior produzione le dimensioni delle immagini "blotter art" riprodotte serialmente su ogni dose consumabile di LSD (in gergo "tab", in Italia "francobollo") di un intero lotto o "foglio" potevano variare, ma mediamente un foglio era di 20 cm di lato, perforato in una griglia di 30 per 30. Sui fogli così ottenuti poteva essere impressa una semplice immagine miniaturizzata e riprodotta serialmente su ogni francobollo oppure una singola immagine più ampia ed elaborata che occupasse l'intera superficie del foglio, e di cui i francobolli, diversi l'uno dall'altro, erano come singole "tessere" di un "puzzle". I francobolli, facilmente separabili lungo le perforazioni, venivano venduti come dosi accuratamente calcolate in microgrammi, in modo che gli utenti potessero farsi un'idea preventiva dell'intensità dell'effetto dello stupefacente.
La blotter art si è spesso appropriata di temi e stili comuni all'arte psichedelica, utilizzando prevalentemente colori brillanti e contrastanti per i motivi o pattern da replicare sui fogli, anche allo scopo di favorirne una lettura immediata malgrado le ridotte dimensioni. Era molto frequente il ricorso alla rappresentazione di famosi personaggi dei cartoni animati, o di immagini religiose devozionali o mistiche, così come espliciti omaggi a figure della sottocultura psichedelica.
La blotter art finì per attirare un certo interesse anche al di fuori dell'ambiente underground, apparendo nelle gallerie d'arte e generando un collezionismo di fogli di francobolli perforati da destinare alla conservazione. Un collezionista di San Francisco, Mark McCloud, è attualmente il fondatore e curatore del più grande museo visitabile di blotter art al mondo: l'Institute of Illegal Images, che comprende oltre 33.000 opere.