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La battaglia di Tarùtino (in russo Тарутинo?) fu combattuta nel corso della campagna di Russia di Napoleone, precisamente il 18 ottobre 1812, tra le forze franco-napoletane di Gioacchino Murat e le truppe russe di Kutuzov. I russi, comandati da Benningsen, inflissero una sconfitta ai francesi.
Battaglia di Tarutino parte dell'invasione napoleonica della Russia | |||
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La Battaglia di Tarutino dipinto dell'artista Peter von Hess | |||
Data | 18 ottobre 1812 | ||
Luogo | Tarutino, Russia | ||
Esito | Vittoria russa | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
Effettivi | |||
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Perdite | |||
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Voci di battaglie presenti su Wikipedia | |||
La battaglia è spesso definita anche "battaglia di Vinkovo" o "battaglia di Černišnja", dal locale fiume. Alcuni storici ritengono che la seconda denominazione sia più appropriata in quanto il villaggio di Tarùtino si trovava ad 8 km dallo svolgersi degli eventi.
Dopo la sanguinosa battaglia di Borodino, il generale Kutuzov si rese conto che un ulteriore scontro campale contro i francesi avrebbe causato la totale disgregazione del proprio esercito.
Ordinò quindi al suo esercito di ritirarsi, conducendolo nella zona a sud di Mosca, sufficientemente lontano dai francesi da non affrontarli in battaglia, abbastanza vicino da poterli tenere sotto stretta osservazione. Inizialmente, il percorso scelto portava a sud-est, verso Rjazan, ma una volta attraversata la Moscova, decise di prendere la strada che portava a sud-ovest, in direzione di Kaluga. Il suo esercito si accampò nei pressi di Tarùtino, non molto distante dalla città di Kaluga.[1]
Alcune unità di cosacchi continuarono a muoversi lungo la strada di Rjazan, nel tentativo di confondere le truppe francesi di Murat, alla ricerca dell'esatta posizione di Kutuzov e del suo esercito. Una volta capito l'inganno, Murat decise di non ritirarsi, piuttosto, si accampò anch'egli nei pressi di Tarutino, per osservare i russi. Nel frattempo, Napoleone giungeva ed occupava la città di Mosca.[2]
Il 18 ottobre Kutuzov ordinò a Benningsen e a Miloradovich di attaccare Murat, attraversando la foresta nel cuore della notte. Le forze di Benningsen consistevano di tre divisioni, una affidata a Denisov una a von Baggehufwudt e l'ultima a Osterman-Tolstoy. La colonna di Miloradovich avrebbe dovuto avere un ruolo di supporto. L'oscurità della notte causò non pochi problemi ai russi, che per la maggior parte si smarrirono all'interno della foresta: il mattino seguente, solo le forze dei cosacchi di Denisov erano pronte per attaccare il corpo d'armata di Murat.[3]
Giunta la mattina, gli uomini di Denisov attaccarono i francesi e riuscirono a catturare il loro campo, con tanto di cannoni caricati sui trasporti. A causa del forte ritardo dei reparti dispersi tra le foreste, i francesi ebbero il tempo di riorganizzarsi: una volta che questi emergevano dalla foresta, venivano immediatamente bersagliati, subendo varie perdite. Notando che i russi stavano per circondare il suo esercito, Murat diede l'ordine di ritirata: radunò i propri reparti, ripristinando l'ordine, e guidò personalmente l'attacco contro i russi che tentavano l'inseguimento.[4]
Kutuzov, dopo aver interrogato alcuni prigionieri francesi, i quali affermavano che un numeroso contingente dell'esercito di Napoleone era in arrivo, decise di non dare l'ordine di inseguire il nemico. Tale notizia si rivelò priva di fondamento.[5]
I francesi avessero perso oltre 4.500 uomini (tra cui due generali) tra morti, dispersi e feriti oltre a 12 cannoni e 30 vagoni di bagagli.[6][7][8] I russi invece avevano perso il generale von Baggehufwudt ed altri 500 uomini circa. Tra i feriti ed i dispersi, circa 1000[9], vi era lo stesso Benningsen, colpito ad una gamba.[10]
Un peculiare commento sull'esito della battaglia è stata mossa da Lev Tolstoj nel suo capolavoro Guerra e Pace: sebbene nessuno degli obiettivi della battaglia sia stato pienamente raggiunto dai russi, la vittoria di Tarùtino fu sufficiente a spronare il loro morale e a mostrare le debolezze dell'esercito francese, accelerando la loro partenza da Mosca.[11]
Il giorno seguente, l'esercito francese partirà da Mosca in direzione di Kaluga, incontrando l'esercito russo a Malojaroslavec.[12] La notizia della sconfitta di Murat era giunta a Napoleone, ma non sappiamo con certezza se questo abbia influito nella sua decisione di abbandonare la città.
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