Battaglia di Lalakaon
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La battaglia di Lalakaon (Μάχη τοῦ Λαλακάοντος), o battaglia di Porson (Μάχη τοῦ Πό(ρ)σωνος)[1] si combatté nell'863 tra le forze dell'Impero Bizantino e un esercito califfale musulmano, che aveva invaso la regione della Paflagonia (nell'odierna Turchia settentrionale). L'esercito bizantino era guidato dallo zio dell'Imperatore Michele III, Petronas, anche se fonti arabo-islamiche menzionano la presenza dell'Imperatore stesso, mentre i musulmani erano guidati dall'Emiro di Melitene, ʿUmar ibn ʿAbdallāh ibn Marwān (anche menzionato nelle fonti come Umar al-Aqta e nei testi bizantini come Amer o Ambros).
Battaglia di Lalakaon parte delle Guerre arabo-bizantine | |||
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La Battaglia di Lalakaon, come raffigurata nel Madrid Skylitzes | |||
Data | 3 settembre 863 | ||
Luogo | Fiume Lalakaon, Paflagonia, Asia Minore | ||
Esito | Decisiva vittoria bizantina | ||
Schieramenti | |||
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Comandanti | |||
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Costui fu in grado di fronteggiare l'iniziale resistenza bizantina contro il suo attacco e di giungere fino al Mar Nero. I Bizantini tuttavia mobilitarono le loro forze e l'esercito califfale fu circondato presso il fiume Lalakaon. La battaglia che ne seguì (3 settembre 863) si concluse con una completa vittoria per l'esercito bizantino e con la morte dell'Emiro sul campo di battaglia, e fu seguita da un contrattacco condotto con successo al di là del confine.
Le vittorie bizantine si dimostrarono decisive: le principali minacce ai confini dell'Impero furono eliminate, e cominciò il contrattacco bizantino in Oriente, che culminò nelle grandi riconquiste del X secolo, con Niceforo Foca, Giovanni Zimisce e Basilio II.
La vittoria bizantina ebbe un'altra conseguenza: la sospensione della continua pressione islamica sulla frontiera orientale, che permise al governo bizantino di concentrarsi sulla sua politica europea, e in particolare sulla confinante Bulgaria. I Bulgari furono così portati a convertirsi al Cristianesimo e portati nella sfera culturale dell'Impero.