Basij
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Il basij (sostantivo singolare persiano che letteralmente significa "mobilitazione"; in persiano بسيج; gli appartenenti sono detti basiji), oppure basij-e mostaḍʿafin (lett. "mobilitazione degli oppressi"), ufficialmente Nirouy-e moqavemat-e basij (in persiano نیروی مقاومت بسیج, lett. "forza di resistenza e di mobilitazione"[1]), è una forza paramilitare iraniana fondata per ordine dell'Ayatollah Ruhollah Khomeini nel novembre del 1979. Il basij è subordinato e riceve ordini dall'Esercito dei guardiani della rivoluzione islamica iraniana – i cosiddetti pasdaran.
Basij | |
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Logo dei Basij | |
Descrizione generale | |
Attiva | novembre 1979 - in servizio |
Nazione | Iran |
Servizio | Forze armate dell'Iran |
Tipo | Milizia volontaria |
Ruolo | Polizia religiosa |
Dimensione | 90.000, con 300.000 riservisti e 1.000.000 da mobilitare in caso di necessità |
Quartier generale | Tehran |
Soprannome | Milizia del popolo |
Patrono | Allah |
Colori | Verde militare |
Battaglie/guerre | Guerra Iran-Iraq Guerra civile siriana Proteste per la morte di Mahsa Amini |
Parte di | |
Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica | |
Comandanti | |
Comandante attuale | Mohammad Reza Naqdi |
Voci su unità militari presenti su Wikipedia |
Originariamente consisteva di giovani di sesso maschile "o troppo giovani o troppo anziani per il servizio militare regolare",[2] chiamati appunto basiji (sostantivo singolare che significa "combattente volontario"). Il Basij è forse più noto per aver fornito volontari che si offrivano di condurre attacchi a ondate contro gli Iracheni durante la guerra Iran-Iraq, particolarmente attorno a Bassora.[1] Attualmente il basij serve come forza ausiliaria impegnata in attività quali la tutela dell'ordine pubblico in momenti di emergenza, oppure ad assicurare il servizio sociale, a organizzare le cerimonie religiose pubbliche, a compiti di polizia incaricata di vegliare sulla "morale islamica" e ad ostacolare le attività dei dissidenti del regime religioso iraniano.[3] Ha una sua sede nella maggior parte delle principali città dell'Iran.[4]