Bartolomeo era figlio del pittore Agostino che gli fu da maestro e di cui ereditò la bottega. Come il padre continuò a firmarsi solo con il cognome; il Litterini fu un pittore mai completamente libero nella sua arte, condizionato dagli insegnamenti del padre e dai desideri delle committenze.
Alla fine del XVII secolo gli venne commissionata la realizzazione di quattro tele sulla vita di San Lorenzo Giustiniani, per la chiesa di Murano dei Santi Maria e Donato. La sola ancora presente nella chiesa è l'Apparizione di Gesù Bambino a Lorenzo Giustiniani. Di altre due tele che erano presenti nella chiesa ne rimane solo una copia nel museo di Berlino (Staatliche Museen, Kupferstichkabinett) e a Oslo (Galleria nazionale).[1][2].
Dipinse quasi maggiormente opere a carattere religioso, solo nel 1699 per il soffitto di villa Giovannelli a Noventa Padovana, dipinge Saturno che rapisce Filira, che resta una delle poche sue opere a carattere profano. Nel primo decennio del '700 il Litterini modificò la propria pittura in termini più poetici e narrativi, probabilmente influenzato da Gregorio Lazzarini, Sebastiano Ricci e Antonio Balestra. In questi anni dipinse la Madonna col Bambino, San Giovanni Nepomuceno e altri santi di San Canciano e nel 1719 l’Incoronazione della Vergine per la chiesa di Valzurio[3].
Il suo incontro con Andrea Fantoni scultore, di Rovetta di Bergamo lo portarono a realizzare molti dipinti per le chiese del territorio bergamasco[4].
Adorazione del Sacramento ossia Le Virtù e due confratelli della Scuola del Santissimo Sacramento, 1708, grande tela ovale sul soffitto del presbiterio della chiesa di San Stae a Venezia[8]
La Crocifissione con la Vergine, San Gaetano da Thiene e le anime sante del purgatorio, 1708, chiesa parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo in Cerete Alto[9]
Cristo morto accolto dal Padre Eterno e dallo Spirito Santo, la Vergine Addolorata e San Giovanni di Matha, 1708
Il Transito di Giuseppe, 1709, pala posta sull'altare omonimo della chiesa della Beata Vergine del Paradiso di Clusone (BG) dove è ben visibile la firma dell'autore in Litterini
Due pale nella chiesa parrocchiale di San Paolo di Esine (Valcamonica)[13]
Quattro tele raffiguranti miracoli di Gesù: Risurrezione di Lazzaro – Cristo e il centurione – Guarigione del muto – Guarigione del cieco, nella chiesa parrocchiale di San Pietro Martire a Murano[14]
Dipinto di soggetto sconosciuto (biblico?), Civico museo d'arte antica di Milano[15]
Opera probabile del Litterini, attribuitagli per la prima volta in Pier Liberale Rambaldi, La Chiesa dei ss. Giovanni e Paolo e la cappella del Rosario in Venezia, Venezia, 1913, p.27. citato da Franca Zava Boccazzi, La basilica dei santi Giovanni e Paolo in Venezia, Venezia, Ongania, 1965, p.350.
Nicola Morali, Il Paradiso di Clusone: arte e storia, Ferrari editrice, 2006.