BBC Online
servizio online della BBC Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
servizio online della BBC Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
BBC Online, nota anche come BBCi, è il servizio online della BBC, una vasta rete di siti web che include anche BBC News e Sport, i servizi on demand video e radiofonici co-gestiti con BBC iPlayer, i portali per i bambini CBBC e CBeebies e quelli di apprendimento come Bitesize.
BBC Online sito web | |
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URL | www.bbc.co.uk/ e www.bbc.com/ |
Tipo di sito | portale multimediale |
Lingua | Inglese |
Proprietario | BBC |
Lancio | 1997 |
Stato attuale | attivo |
La BBC iniziò ad avere una presenza online a sostegno dei suoi programmi TV e radio e iniziative solo web dal 1994, ma non venne ufficialmente lanciata fino al dicembre 1997, a seguito dell'approvazione del governo per finanziare questo network con il canone TV. Nel corso della sua breve storia, i piani online della BBC sono stati oggetto di vessazioni da parte dei suoi rivali commerciali, che hanno portato a varie consultazioni pubbliche e revisioni governative per indagare sulle loro affermazioni secondo cui la sua ampia presenza e il finanziamento pubblico distorcano il mercato del Regno Unito.
La rete ha subito diverse modifiche al nome da quando è stato lanciato. Originariamente battezzata BBC Online, è stata poi rimarchiata BBCi (che a sua volta era il nome del marchio per i servizi di TV interattiva) prima di essere chiamata bbc.co.uk ed infine ritornare a BBC Online nel 2008.[1]
Quest servizio web della BBC è uno dei siti più visitati i sempre (il 55 ° secondo Alexa nel gennaio 2013)[2] e il sito di notizie più grande del mondo.[3] Nel 2007, conteneva oltre due milioni di pagine.[4]
Il 26 febbraio 2010 The Times affermò che Mark Thompson, allora direttore generale della BBC, aveva proposto che l'uscita web della BBC dovesse essere ridotta del 50%, con numeri di staff e budget online ridotti del 25% nel tentativo di ridimensionare le operazioni della BBC e consentire ai rivali commerciali più spazio.[5] Il 2 marzo, l'emittente stessa riferì che avrebbe anche tagliato del 25% le spese per i siti Web e che avrebbe chiuso BBC 6 Music e l'Asian Network.[6][7] Il 24 gennaio 2011 vennero annunciati i lievi tagli confermati del 25% con un deficit di 34 milioni di sterline. Ciò comportò la chiusura di diversi siti, tra cui BBC Switch, BBC Blast, 6-0-6 e l'annuncio di piani di vendita sul sito creato da Douglas Adams h2g2.[8]
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