Avverbio
parte del discorso invariabile con funzione di modificatore semantico Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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L'avverbio (dal latino ad verbum, "vicino al verbo", calco del greco antico επίρρημα, epìrrhēma[1]) è una parte del discorso invariabile con funzione di "modificatore semantico". Viene usato per modificare o determinare il significato di altre categorie grammaticali (tipicamente gli aggettivi ma anche altri avverbi) o persino di un'intera frase.[1][2] Per la grammatica tradizionale (come attesta l'etimologia), l'avverbio è il modificatore del verbo.[1]
L'avverbio modifica il significato secondo diversi aspetti:[2]
Sono detti "interrogativi" gli avverbi che introducono un'interrogativa diretta: come...?, dove...?, quando...?, quanto...?, perché...?[3]
La ricchezza di significati che caratterizza gli avverbi determina una grande varietà di usi sintattici.[2]
Gli avverbi possono essere distinti, dal punto di vista morfologico, in:[1]
Da un punto di vista sintattico, invece, gli avverbi possono essere:[1]
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