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festività cristiana in ricordo dell'Ascensione di Gesù Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
L'Ascensione (nome completo: Ascensione del Signore, in latino Ascensio Domini nostri Jesu Christi) è, nell'anno liturgico, una festa cristiana del tempo pasquale celebrata quaranta giorni dopo la Pasqua, ossia il giovedì della sesta settimana del tempo pasquale. In essa si fa memoria dell'evento dell'Ascensione di Gesù. La sua celebrazione, nella Chiesa cattolica, può essere posticipata alla domenica successiva.[1]
Ascensione di Gesù | |
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Pietro Perugino, Ascensione di Gesù. | |
Tipo | religiosa |
Data | Giovedì dopo la quinta domenica dopo Pasqua; in alcuni Paesi, la domenica successiva |
Periodo | Annuale |
Religione | Cristianesimo |
Oggetto della ricorrenza | Salita al cielo di Gesù Cristo |
Ricorrenze correlate | Pasqua, Pentecoste |
Altri nomi | Ascensio, Análēpsis (Ἀνάληψις), Episozoméne (Ἐπισοζωμένη), Viri Galilaei |
Nel rito romano la celebrazione ha il grado di solennità e, secondo il Codice di diritto canonico,[2] è una delle feste di precetto. Nei tre giorni che precedono l'Ascensione viene data la possibilità, secondo quanto indicato nell'adattamento del Benedizionale a cura della CEI, di celebrare un triduo[3], noto anche come rogazioni. L'Ascensione ha una celebrazione vigilare che prevede l'antifona introitale Regna terræ.
La spiritualità di questa Solennità è bene riassunta nelle parole di dom Guèranger:
«L'ineffabile successione dei misteri dell'Uomo-Dio è sul punto di ricevere l'ultimo complemento. Ma l'allegrezza della terra è salita fino al cielo; le angeliche gerarchie si preparano a ricevere il capo già promesso, mentre i loro principi sono vigili alle porte, pronti ad aprirle, quando risuonerà il segnale del divino trionfatore. Le sante anime, liberate dal limbo gia da quaranta giorni, attendono il felice momento in cui la via del cielo, chiusa per il peccato, si aprirà improvvisamente ed essi potranno percorrerla al seguito del loro redentore. L'ora incalza ed è tempo ormai che il divino Risorto venga a mostrarsi e a ricevere l'addio di coloro che l'attendono di minuto in minuto e che deve lasciare ora in questa valle di lacrime»
Agostino riporta che la celebrazione della Ascensio Domini in coelum è diffusa "Toto terrarum orbe"[4] e, secondo il vescovo di Ippona, sarebbe stata istituita dagli stessi Apostoli o da un successivo Sinodo generale sub-apostolico[5]. Come il Righetti nota, questa ipotesi agostiniana è poco probabile giacché "nessuno dei Concili e degli scrittori ecclesiastici anteriori al IV secolo mostra di conoscerne l'esistenza"[6]. La narrazione di Egeria, invece, testimonierebbe la commemorazione della Ascensione all'interno della festa di Pentecoste a Gerusalemme[7] che sarebbe conservata da una antica tradizione siriaca di celebrare questa solennità proprio a Pentecoste[8].
A Roma, la celebrazione della Ascensione è testimoniata per la prima[9] volta da papa Leone Magno quaranta giorni dopo la Pasqua[10].
Papa Pio V stabilì che in questa solennità, dopo il canto del Vangelo, venisse rimosso il cero pasquale che, anticamente, era spento nella Dominica in albis. Tale disposizione è stata modificata dalla riforma liturgica di papa Paolo VI, che prevede che il cero resti vicino all'ambone fino a Pentecoste. Nella tradizione ambrosiana, diversamente, veniva innalzato per simboleggiare il Cristo ascendente[6].
A partire dal XV secolo venne introdotta una ottava che fu poi soppressa da papa Pio XII nel 1955 in favore della novena di Pentecoste.
La solennità è conosciuta anche con il nome di "Viri Galilaei", le parole iniziali dell'Antifona d'Ingresso alla Messa della Festività.
Già al mercoledì che precede la feria V della sesta settimana dopo Pasqua, ha inizio, nel Liber Usualis precedente il Concilio Vaticano II, il Tempus Ascensionis e troviamo In Ascensione Domini in I Vesperis. È prevista la Vigilia dell’Ascensione di N. Signore Gesú Cristo (II classe)[11]. Al giovedì ha luogo la Missa che, dove la solennità non è di precetto, viene posticipata alla domenica. Il proprio della celebrazione[12][13], rimasto sostanzialmente simile anche dopo la riforma liturgica, è riportato di seguito con le indicazioni LU (Liber Usualis) per i testi precedenti il Concilio e RA (rito attuale) per il rito romano attuale.
Sono testimoniate anche alcune sequenze per il giorno dell'Ascensione: Adest dies sanctus[20], Festum nunc celebre[21], Summi triumphum regis[22], Christus hunc diem[23] e dei tropi per il Kyrie: Christus ascendit in caelis, Christus ascendit dulcibus hymnis[24].
Date dell'Ascensione, 2010-2022[25] | ||
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Anno | Cattolicesimo e Protestantesimo | Ortodossia |
2010 | 13 maggio | |
2011 | 2 giugno | |
2012 | 17 maggio | 24 maggio |
2013 | 9 maggio | 13 giugno |
2014 | 29 maggio | |
2015 | 14 maggio | 21 maggio |
2016 | 5 maggio | 9 giugno |
2017 | 25 maggio | |
2018 | 10 maggio | 17 maggio |
2019 | 30 maggio | 6 giugno |
2020 | 21 maggio | 28 maggio |
2021 | 13 maggio | 10 giugno |
2022 | 26 maggio | 2 giugno |
Come è testimoniato da dom Guéranger, la celebrazione liturgica della Ascensione è affiancata, nella tradizione, da alcune pratiche legate alla pietà popolare. Tra esse si ricorda la processione medievale prima della Messa che voleva ricordare il cammino di Gesù e dei suoi discepoli al monte degli Ulivi e la benedizione del pane e di alcune primizie di frutta in memoria dell'ultimo pasto che Gesù fece nel Cenacolo[26].
Proprio della Processio in die Ascensionis Domini troviamo una testimonianza nella Summa liturgica di Guglielmo di Auxerre:
«In die ascensionis domini fit processio sollempnis. [...] Precepit dominus discipulis suis, ut precederent in montem oliueti, ut uiderent ipsum ascendere, et fecerunt ei processionem. Et ipse eleuatis manibus ferebatur in celum. Processio ista significat ascensum de uirtute in uirtutem. Et cantatur responsorium de ascensione, ut inuitemur ad ascendendum post dominum. De bethania autem ascendit dominus, per quod significatur, quod sine obediencia nullus potest ascenderec. Quod uero de monte oliueti, significat, quod per opera misericordie oportet nosascendere. Facta processione cantatur: "o rex gloried", propter illud: "ne derelinquas nos orphanos", et in quibusdam ecclesiis laus angelorum: "te sanctum dominum", quia angeli facta processione apostolorum domino ad litteram apparuerunt.»
Tra le pratiche di pietà popolare[27], l'Ascensione di Gesù è meditata nella dodicesima stazione della Via Lucis e nel secondo dei misteri gloriosi del Santo Rosario.
In varie regioni d'Italia è diffusa l'usanza di accedere dei falò durante la notte dell'Ascensione.[28][29]
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