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Armatura cinese
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La storia delle forze armate cinesi è caratterizzata dalla presenza di una grande varietà di armature (鎧S, kǎiP), le più frequenti delle quali furono: l'armatura a scaglie, l'armatura lamellare, l'armatura a piastre e, in epoca tarda[1], la brigantina ("armatura imbottita"). Scarsamente diffusa fu invece la cotta di maglia.[2]
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L'armatura cinese fu prevalentemente lamellare dal periodo degli Stati Combattenti (481 a.C.–221 a.C.) in poi. In tempi più antichi, erano state realizzate armature con cuoio di rinoceronte o bufalo e gusci di tartaruga. L'armatura lamellare ha convissuto con l'armatura a scaglie sin dagli Stati Combattenti (forse da prima). L'armatura a piastre, seppur parziale, si diffuse sotto le Dinastie del Nord e del Sud (420–589) mentre la cotta di maglia, conosciuta sin dalla dinastia Han (206 a.C.–220 d.C.), non si diffuse che sotto la dinastia Tang (618–907), restando comunque sempre un'armatura esotica/straniera, sfoggiata come status symbol dagli ufficiali[2]. Durante la dinastia Ming (1368–1644), la brigantina iniziò a soppiantare l'armatura lamellare, perdurando anche sotto la dinastia Qing (1644–1912). Nel XIX secolo la maggior parte delle armature Qing, tutte brigantine, erano puramente cerimoniali, con borchie esterne per scopi estetici e ormai prive delle piastre metalliche protettive interne.[3]