Apparizioni di Gesù
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Le apparizioni di Gesù rientrano, nell'ambito dell'esperienza cristiana, nel quadro più vasto delle apparizioni: dalle teofanie dell'Antico Testamento, alle apparizioni pasquali del Risorto, fino alle apparizioni mariane e di angeli.
È necessario precisare che le cristofanie, nel Nuovo Testamento, non sono semplici "visioni", ma rappresentano l'esperienza unica che, per il Cristianesimo, gli apostoli hanno avuto con Gesù risorto.
Le principali apparizioni di Gesù risorto nei Vangeli Canonici (e in misura minore, in altri testi del Nuovo Testamento) sono narrate come verificatesi dopo la sua morte, sepoltura e risurrezione, ma prima della sua Ascensione.[Nota 1] Tra queste fonti primarie, la maggioranza degli studiosi neotestamentari reputa che la Prima lettera ai Corinzi fu scritta per prima,[1] scritta da Paolo di Tarso insieme a Sostene verso il 55 d.C.[2]
Paolo elenca diverse apparizioni della Risurrezione di Gesù: a Pietro, agli Undici Apostoli riuniti (Giuda nel frattempo era morto), a Giacomo e a vari "uomini"[Nota 2] che non descrive.
Nel Vangelo di Matteo, Gesù appare a Maria Maddalena e ad un'altra Maria presso la sua tomba vuota. Le donne riferiscono l'evento agli Apostoli, con un messaggio di Gesù che li invita a tornare in Galilea. Più tardi gli undici discepoli, vanno su una montagna in Galilea per incontrare Gesù, che appare loro e li incarica di battezzare nel nome del Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo, e di ammaestrare tutte le genti (la "Grande Missione"). Nel Vangelo di Luca, Gesù appare ai discepoli e mangia con loro, dimostrando di essere in carne ed ossa,[3] non un fantasma. Egli dice loro di aspettare a Gerusalemme per l'inizio della loro missione nel mondo, e poi ascende in Cielo. Negli Atti degli Apostoli, scritto dallo stesso autore col nome di Luca, Gesù appare ai suoi discepoli dopo la sua morte e rimane con loro per 40 giorni prima di salire al cielo. Il Libro degli Atti descrive anche l'apparizione di Gesù a Paolo, con una voce che gli parla e una luce che lo acceca, mentre si trova sulla strada per Damasco. Il finale tradizionale di Marco riassume le apparizioni della Risurrezione, tratte da Matteo e Luca, ed è ritenuto essere un'aggiunta posteriore di un copista per conciliarlo con gli altri vangeli.
Nel Vangelo di Giovanni, Maria da sola trova la tomba di Gesù vuota, e lui le dice di non toccarlo, perché non è ancora salito al Padre. Più tardi, Gesù appare ai discepoli, passa attraverso una porta chiusa e fa toccare all'"incredulo Tommaso" le sue ferite per dimostrargli che è in carne ed ossa. In un'apparizione successiva, Gesù assegna a Pietro il ruolo di pascolare le sue "pecorelle", cioè, di guidare i suoi seguaci e prendersi cura di tutti coloro che credono in lui (Giovanni 21.15-17[4]).[Nota 3]
Apparizioni di Gesù risorto si trovano anche nei Vangeli apocrifi: in particolare, il Vangelo degli Ebrei narra l'apparizione della Resurrezione a Giacomo fratello di Gesù.[Nota 4]
I Vangeli Canonici non raccontano le apparizioni nello stesso modo; in particolare, vi sono differenze sia riguardo ai personaggi destinatari delle apparizioni, ai luoghi delle apparizioni (in Galilea secondo Matteo, a Gerusalemme secondo Luca, in entrambi i luoghi secondo Giovanni) sia riguardo alla durata delle apparizioni: Matteo e Marco non precisano un arco temporale, per Giovanni passano solo otto giorni tra la prima e la seconda apparizione ai discepoli a Gerusalemme (l'apparizione in Galilea che conclude questo Vangelo è un'aggiunta posteriore), mentre Luca nel Vangelo pone l'Ascensione - e quindi il periodo delle apparizioni - lo stesso giorno della Risurrezione[Nota 5], ma negli Atti degli Apostoli dice che Gesù appare per quaranta giorni e poi ascende al cielo.[5] Alcuni vangeli apocrifi raccontano invece che le apparizioni durarono per circa 18 mesi.[6]