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giurista e avvocato italiano del XV secolo (ca. 1399-1480) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Andrea di Bartolomeo, detto Andrea Barbazza e latinizzato come Andreas Barbatius (Messina, primo ventennio del XV secolo – Bologna, 20 luglio 1480), è stato un giurista e avvocato italiano.[1]
Andrea di Bartolomeo nacque intorno al 1410 a Messina. Il soprannome di "Barbazza", con cui era noto, era dovuto probabilmente alla sua folta barba (benché in alcuni ritratti ne appaia privo) e fu adottato come cognome dai suoi discendenti.[1]
Giunse all'ateneo bolognese nel 1430, intraprendendo inizialmente studi di medicina, passando in seguito a studiare legge sotto Giovanni da Imola, Giovanni d'Anagni e altri. Si laureò nel 1439; nello stesso anno – grazie alla buona reputazione acquisita nel frattempo – gli fu offerta una cattedra di diritto canonico.[1]
Nel 1444 si trasferì all'università di Ferrara come lettore, dove rimase per due anni. Nel frattempo non mantenne l'impegno di andare ad insegnare a Pavia, dove per questo venne condannato in effigie al pubblico ludibrio.[1]
Tornò infine a Bologna, dove nel frattempo gli era stata concessa la cittadinanza; tra i suoi allievi il suo successore Antonio Corsetto, Bartolomeo Socini, Rodrigo Borgia (divenuto in seguito papa Alessandro VI)[1] e Ippolito Marsili.[2] Alessandro Tartagni fu suo avversario.[1]
Andrea Barbazza divenne molto ricco esercitando la professione di avvocato e fu consigliere di Ferdinando d'Aragona,[1] re di Napoli. Sposatosi nel 1455, ebbe sei figli, uno dei quali, Bartolomeo, fu a sua volta giurista e docente a Bologna.[1]
Morì nel 1480 a Bologna e fu inumato nella basilica di San Petronio.[1]
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