Alimentatore di pidocchi
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L'alimentatore di pidocchi (in polacco Karmiciel wszy) fu una figura lavorativa, retribuita o volontaria, attiva presso l'Istituto per lo studio del tifo e la virologia di Leopoli e quello associato di Cracovia, nella Seconda Repubblica di Polonia e nella Polonia occupata. Suo compito era lasciarsi mordere e succhiare il sangue da pidocchi infettati dal tifo esantematico, che venivano poi impiegati nella ricerca per lo sviluppo di vaccini contro la malattia.
La ricerca su un vaccino contro il tifo fu intrapresa per la prima volta nel 1920 dal parassitologo polacco Rudolf Weigl il quale, assieme alla moglie e biologa Zofia Weigl, fu tra i primi a nutrire i pidocchi con il proprio sangue. Durante l'occupazione nazista di Leopoli l'alimentazione dei pidocchi divenne il principale mezzo di sostentamento e protezione per molti degli intellettuali polacchi della città, tra cui il matematico Stefan Banach e il poeta Zbigniew Herbert; infatti, sebbene la professione comportasse un rischio significativo di infezione, gli alimentatori di pidocchi ricevevano razioni di cibo aggiuntive, non correvano il rischio di essere spediti nei campi di lavoro forzato o di concentramento tedeschi e potevano spostarsi nella città occupata. Ciò era dovuto al particolare interesse dei nazisti nella ricerca di un vaccino per il tifo, come testimoniato anche dal fatto che simili ricerche erano portate avanti presso i campi di concentramento di Buchenwald e Sachsenhausen e, sebbene in maniera minore, nel complesso di campi di Auschwitz, dove alcuni prigionieri venivano appositamente infettati per essere utilizzati come cavie umane[1][2][3].