Aleksandăr Cankov
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Aleksandăr Colov Cankov, in bulgaro Александър Цолов Цанков?, in IPA: [alɛkˈsandɤr ˈʦɔlof ˈʦankof] (Orjahovo, 29 giugno 1879 – Buenos Aires, 27 luglio 1959), è stato un politico bulgaro e primo ministro del regno di Bulgaria dal 9 giugno 1923 al 4 gennaio 1926.
Aleksandăr Cankov | |
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Primo ministro della Bulgaria | |
Durata mandato | 9 giugno 1923 – 4 gennaio 1926 |
Monarca | Boris III |
Predecessore | Aleksandăr Stambolijski |
Successore | Andrej Ljapčev |
Ministro degli affari esteri della Bulgaria | |
Durata mandato | 9 giugno 1923 – ? |
Capo del governo | Aleksandăr Cankov |
Predecessore | Aleksandăr Stambolijski |
Successore | Hristo Kalfov |
Dati generali | |
Partito politico | Accordo democratico |
Professore di economia politica all'Università di Sofia, dal 1910[1], ebbe un ruolo fondamentale nel rovesciamento del governo di Aleksandăr Stambolijski nel 1923 e fu scelto per guidare la coalizione che succedette al primo ministro deposto.[2] Il colpo di Stato ebbe successo anche grazie all'attitudine neutrale del Partito Comunista Bulgaro verso il partito agrario privandoli del loro supporto.[3] Divenne primo ministro della Bulgaria il 9 giugno dello stesso anno e mantenne il potere fino al 4 gennaio 1926. Il suo governo fu segnato da profonde lotte interne con il partito comunista, che Cankov represse senza pietà, dichiarando la legge marziale e mettendo fuori legge i comunisti nel 1925, dopo l'attentato terroristico alla cattedrale di Sveta Nedelja.[2] Le sue azioni portarono il Comintern a denunciare il governo come "una vittoriosa cricca fascista bulgara", mentre in seguito rivolse la propria attenzione sull'unione agraria popolare, che venne soppressa, anche se meno ferocemente.[4] Ne seguì una breve invasione da parte delle truppe greche, e, anche se non rimasero a lungo in seguito alla condanna della Società delle Nazioni, il paese rimase oberato dai debiti e Cankov venne rimosso dall'incarico dopo il fallimento nell'assicurare un prestito al paese.[2] A questo punto Cankov aveva perso ogni supporto, dato che la gente era ormai stanca del regime di terrore che aveva instaurato.[5] Fu successivamente ministro delle Poste.
Dopo essere stato rimosso dalla politica principale del paese, Cankov cominciò a sviluppare un'ammirazione per il fascismo e divenne presto un sostenitore di Adolf Hitler.[2] Nel 1932 istituì il Movimento Sociale Nazionale, un'imitazione del partito nazista tedesco.[6] Il movimento rimase del tutto marginale (anche se rappresentava un'ulteriore frammentazione della coalizione governativa), mancando del supporto di Zveno e non avendo l'approvazione dei nazisti, che era in gran parte riservata all'Unione delle Legioni Nazionali Bulgare.[2] Nonostante ciò, Cankov venne nominato dai nazisti nel 1944 Primo ministro del governo bulgaro in esilio, formato in Germania in risposta al governo del Fronte Patriottico di Kimon Georgiev.[7] Dopo la seconda guerra mondiale Cankov fuggì in Argentina e morì a Belgrano, Buenos Aires, nel 1959.[2]