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Agosto rosso
serie di massacri a Pechino, Cina, nell'agosto 1966 / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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L'espressione agosto rosso (紅八月T, 红八月S, Hóng BāyuèP) indica una serie di massacri avvenuti nell'agosto 1966 a Pechino, capitale della Repubblica popolare cinese, agli inizi della rivoluzione culturale voluta da Mao Zedong.[1][2][3][4][5][6]
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/d/db/MaoZedong19660818.jpg/640px-MaoZedong19660818.jpg)
Secondo le statistiche ufficiali nel 1980, da agosto a settembre del 1966 un totale di 1.772 persone (compresi insegnanti e presidi di molte scuole) furono uccise a Pechino dalle Guardie Rosse; inoltre furono saccheggiate 33.695 case e 85.196 famiglie furono costrette a lasciare la città.[1][7][8][9][10] Gli studiosi hanno anche sottolineato che, secondo le statistiche ufficiali del 1985, il bilancio delle vittime effettivo durante l'agosto rosso era di oltre 10.000.[9][11][12]
L'uccisione da parte delle guardie rosse ebbe un impatto anche su diversi distretti rurali di Pechino. Ad esempio, durante il "massacro di Daxing", tra il 27 agosto e il 1º settembre furono uccise 325 persone nel distretto di Daxing:[2][7][13] la vittima più anziana aveva 80 anni, la più giovane 38 giorni e 22 famiglie furono spazzate via.[1][7][14]