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informatico, giornalista e scrittore italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Umberto Rapetto (Acqui Terme, 19 agosto 1959) è un generale italiano della Guardia di Finanza, in congedo dal 2012.
Umberto Rapetto | |
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Nascita | Acqui Terme, 19 agosto 1959 |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Corpo | Guardia di Finanza |
Unità | GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche |
Anni di servizio | 37 |
Grado | generale di brigata (riserva) |
Comandante di | 1ª Compagnia GdF di Trieste Infocenter del Comando Generale GdF Sezione del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria Gruppo Anticrimine Tecnologico |
Decorazioni | Ordine al Merito della Repubblica Italiana Medaglia militare al merito di lungo comando Croce per anzianità di servizio militare Medaglia Mauriziana al merito di 10 lustri di carriera militare |
Studi militari | Scuola militare "Nunziatella" Accademia della Guardia di Finanza |
Altre cariche | Giornalista Docente universitario |
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Ex-allievo della scuola militare Nunziatella, generale di brigata della Guardia di Finanza e già comandante del Nucleo speciale frodi telematiche.[1]
In Telecom Italia dopo essere stato consigliere strategico del presidente esecutivo, Franco Bernabè, e poi – in veste di group senior vice president – direttore delle iniziative e dei progetti speciali, ha lasciato alla fine del 2013 in divergenza con le scelte del nuovo vertice aziendale.
Dal 2013 al 2015 ha condotto la trasmissione televisiva Il Verificatore su Rai 2 e nel febbraio 2020 ha fondato la rivista Infosec.news, di cui è direttore editoriale. Il 5 luglio 2022 si dimette dal ruolo e dal 14 luglio diviene direttore editoriale di Giano.news[2].
Alla guida del Gruppo Anticrimine Tecnologico da lui fondato e guidato, nel 2001 ha diretto le indagini che hanno portato alla condanna in via definitiva dei cracker protagonisti di attacchi web a danno del Pentagono e della NASA, nonché quelle delegate dalla Corte dei conti sullo scandalo delle slot machine non collegate in rete all'anagrafe tributaria, inchiesta che ha portato alla condanna dei vertici dei Monopoli di Stato e delle società concessionarie[3] al pagamento di 2 miliardi e mezzo di euro.
Il 29 maggio 2012, in seguito alla rimozione dal suo incarico, ha rassegnato le dimissioni dalla Guardia di Finanza. La sua rimozione è oggetto di nove interrogazioni parlamentari.[4][5]
Come consulente della famiglia di Marco Pantani, ha testimoniato il 16 aprile 2019 davanti alla Commissione parlamentare antimafia, sul presunto omicidio del ciclista morto per overdose nel 2004.[6]
Oltre ad essere stato alla guida del Nucleo Speciale Frodi Telematiche, Umberto Rapetto è stato ed è impegnato in molte altre attività professionali.
Ha svolto attività di docenza universitaria in diversi atenei, tra cui le Università degli studi di Roma Tor Vergata, di Pisa, della Calabria, di Roma Tre, di Trento, di Chieti/Pescara, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, di Teramo, Link Campus University, "LUM - Jean Monnet" di Bari, di Parma, di Palermo, di Macerata, La Sapienza di Roma.
Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica dello Stato Maggiore Difesa, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l'Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l'Istituto Superiore di Polizia e molte altre scuole ed enti di formazione per ufficiali statali.
Ha tenuto conferenze in diverse realtà accademiche tra cui la Scuola di specializzazione in diritto ed economia delle CE dell'Università La Sapienza di Roma, la Scuola di Management della LUISS ("Risk & crisis management"), la Facoltà di Ingegneria dell'Università La Sapienza di Roma, la Facoltà di Architettura "Valle Giulia" dell'Università La Sapienza di Roma, la Facoltà di Scienze Politiche "Cesare Alfieri" dell'Università di Firenze.
Iscritto dal 1990 all'Ordine dei giornalisti (Elenco Pubblicisti - Consiglio Regionale del Lazio e del Molise), ha scritto oltre duemila articoli sulle pagine delle principali testate nazionali. Ha collaborato con i quotidiani Il Messaggero, Italia Oggi, MF Milano Finanza, Il Giornale, L'Indipendente, Il Giorno, La Nazione, Il Resto del Carlino. La Gazzetta del Sud, Affari&Finanza de La Repubblica, Avvenire, La Padania, La Stampa[7], con i mensili Capital, Avvenimenti, Newton e Max. Ha tenuto per due anni una rubrica settimanale sulle pagine culturali de Il manifesto.
Collabora con i quotidiani Il Secolo XIX[8][9][10] e Il Sole 24 Ore, i settimanali Corriere della Sera SETTE[11] e Panorama, ha inoltre una rubrica su Oggi. Nel dicembre 2012 apre un blog personale su Il Fatto Quotidiano[12].
Attualmente è direttore editoriale di Giano.news[13].
È autore o coautore delle seguenti opere
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