Socialismo con caratteristiche cinesi
ideologia del partito comunista Cinese / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Il socialismo con caratteristiche cinesi[1][2] (中国特色社会主义S, Zhōngguó tèsè shèhuìzhǔyìP) è un insieme di teorie e politiche del Partito Comunista Cinese (PCC) che rappresentano l'applicazione del marxismo-leninismo in base alle condizioni della Cina.[3][4][5] È il termine con cui Deng Xiaoping definì l'insieme di riforme economiche che dal 1978 portarono la Repubblica Popolare Cinese a privatizzare una consistente parte delle industrie di proprietà dello Stato, all'adozione di elementi dell'economia di mercato come mezzo per favorire la crescita e all'utilizzo di investimenti stranieri. La sua denominazione proviene da un discorso pronunciato da Deng durante il XII congresso nazionale del PCC, nel 1982, in cui esortò il PCC a "seguire il proprio percorso e costruire un socialismo con caratteristiche cinesi".[6] Questo tipo di socialismo si basa su un'economia di mercato mista fra settori privati e statali, con la predominanza di questi ultimi, che tuttavia non sono sempre considerabili pubblici (ad esempio la sanità statale non è pubblica e va pagata).[7]
Gli elementi fondamentali del socialismo con caratteristiche cinesi sono la teoria di Deng Xiaoping, la teoria delle tre rappresentanze di Jiang Zemin, la prospettiva scientifica dello sviluppo di Hu Jintao e il pensiero di Xi Jinping, facenti tutte parte dell'ideologia ufficiale del Partito Comunista Cinese.[8]
La teoria stabilisce che la Cina sia nella fase primaria del socialismo a causa del suo livello relativamente basso di ricchezza materiale e necessiti di impegnarsi nella crescita economica prima di perseguire una forma più egualitaria di socialismo come descritto da Marx, che a sua volta avrebbe portato a una società comunista descritta nel marxismo ortodosso.[9][10] Caratteristica essenziale del socialismo con caratteristiche cinesi è la leadership del PCC.[11]
Secondo Deng Xiaoping la coesistenza di industrie statali e private era il modello di sviluppo economico che la Cina avrebbe dovuto seguire per aprirsi con successo al mercato estero e anche per sanare la disastrosa situazione delle aziende statali, mantenendone il controllo da parte del partito. Deng sosteneva che creando concorrenza alle aziende pubbliche le si sarebbe rese più solide e che tutto ciò era fattibile senza compromettere il potere del PCC.
I dirigenti cinesi sostengono che questo socialismo sia l'adattamento del socialismo e del marxismo alla realtà sociale ed economica cinese, e in quanto tale, nel suo aspetto teorico sia un processo dinamico in continua evoluzione, il risultato di trent'anni di riforme e implementazioni.[12]
D'altra parte, diversi pensatori marxisti come Slavoj Zizek hanno criticato aspramente la Cina, accusandola di pseudosocialismo. Critiche in generale alla concezioni autoritarie di socialismo precedenti al socialismo cinese sono state mosse da Rosa Luxemburg e Leon Trotsky.
Nel 2017, al XIX Congresso nazionale del Partito Comunista Cinese, Xi Jinping ha annunciato l'ingresso del socialismo con caratteristiche cinesi in una "nuova era".[13][14][15]