Risiera di San Sabba
edificio storico di Trieste, Italia / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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La Risiera di San Sabba è stato un campo di concentramento nazista, situato nella città di Trieste, l'unico campo di sterminio (in tedesco Vernichtungslager) istituito in Italia.[1][2][3][4]. Utilizzato come campo di detenzione di polizia (Polizeihaftlager), nonché per il transito o l'uccisione di un gran numero di detenuti, in prevalenza prigionieri politici e gli ebrei diretti ad Auschwitz, considerati “non trasportabili”[2].
Risiera di San Sabba campo di sterminio | |
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Nome originale | Stalag 339, KZ Risiera di San Sabba |
Stato | Italia |
Stato attuale | Italia |
Città | Trieste |
Attività | 1943-1945 |
Uso precedente | stabilimento per la pilatura del riso |
Gestito da | Schutzstaffel |
Comandanti | Joseph Oberhauser |
Inceneritori | 1 |
Tipo prigioniero | |
Vittime | 3 000-5 000 |
Proprietario attuale | Comune di Trieste |
Visitabile | si |
Sito web | risierasansabba.it/ |
Campo di concentramento Risiera di San Sabba | |
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Ingresso alla Risiera di San Sabba | |
Ubicazione | |
Stato | Italia |
Località | Trieste |
Indirizzo | via Giovanni Palatucci 5 e Via Giovanni Palatucci 5, 34148 Trieste |
Coordinate | 45°37′15.6″N 13°47′20.4″E |
Caratteristiche | |
Tipo | Monumento nazionale - museo storico |
Istituzione | Monumento nazionale: 1965 Museo civico: 1975 |
Proprietà | Comune di Trieste |
Visitatori | 79 111 (2022) |
Sito web | |
Oltre ai prigionieri destinati ad essere uccisi o deportati, vi furono imprigionati anche diversi civili catturati nei rastrellamenti o destinati al lavoro forzato. Le vittime (stimate fra le 3000 e le 5000, sulla scorta delle testimonianze raccolte) venivano fucilate, uccise con un colpo di mazza alla nuca, impiccate oppure avvelenate con i gas di scarico di furgoni appositamente attrezzati. Per la frequenza e finalità di tali pratiche nel campo, volte anche alla eliminazione dell'intera popolazione ebraica di Trieste, la risiera di San Sabba assunse pienamente le funzioni di campo di sterminio.[1][2][3][4]
Del lager faceva parte un forno crematorio, di concezione rudimentale, che veniva utilizzato per bruciare i cadaveri.
Dal 1965 la risiera è stata dichiarata monumento nazionale, e dal 1975 è divenuta museo civico.[5][6]