Riserva naturale Sasso Fratino
Riserva Naturale Statale (EUAP0075) / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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La riserva naturale integrale di Sasso Fratino, nel cuore del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, è la prima riserva naturale integrale in Italia, istituita nel 1959 ed estesa per 764,25 ettari di superficie sul versante forlivese e cesenate del crinale appenninico, ricompreso nei comuni di Bagno di Romagna e Santa Sofia in Provincia di Forlì-Cesena.[1]
Riserva naturale integrale Sasso Fratino | |
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Tipo di area | Riserva naturale statale |
Codice WDPA | 31100 |
Codice EUAP | EUAP0075 |
Class. internaz. | Diploma europeo delle aree protette |
Stati | Italia |
Regioni | Emilia-Romagna |
Province | Forlì-Cesena |
Comuni | Bagno di Romagna, Santa Sofia |
Superficie a terra | 764,25 ha |
Provvedimenti istitutivi | DD.MM. 26.07.71; 09.02.72; 02.03.77; 25.09.80; 15.04.83 |
Gestore | U.T.B. Pratovecchio |
Mappa di localizzazione | |
Sito istituzionale | |
Bene protetto dall'UNESCO | |
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Riserva naturale integrale di Sasso Fratino | |
Patrimonio dell'umanità | |
Tipo | Naturale |
Criterio | (ix) |
Pericolo | Non in pericolo |
Riconosciuto dal | 2017 |
Scheda UNESCO | (EN) Ancient and Primeval Beech Forests of the Carpathians and Other Regions of Europe (FR) Scheda |
È una delle 149 riserve naturali e foreste demaniali del Raggruppamento Carabinieri per la Biodiversità, inserita nel complesso delle Riserve Naturali Biogenetiche Casentinesi gestite dal Reparto Carabinieri Biodiversità di Pratovecchio (AR): l'antica foresta rappresenta il cuore topografico e naturalistico del Parco Nazionale delle Foreste casentinesi, Monte Falterona e Campigna, istituito nel 1993.
Insignita fin dal 1985 del Diploma europeo delle aree protette[2], è stata istituita allo scopo di conservare uno dei pochi lembi di foresta giunto a noi quasi intatti grazie alla presenza di aspri pendii rocciosi e alla mancanza di vie d'accesso che da sempre l'hanno caratterizzata, le cui caratteristiche ne hanno impedito la colonizzazione umana. Il 7 luglio 2017 a Cracovia la Commissione UNESCO l'ha inserita nel Patrimonio Mondiale dell'Umanità tra le faggete vetuste europee all'interno del sito seriale Foreste primordiali dei faggi dei Carpazi e di altre regioni d'Europa.[3]