Religioni in Indonesia
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Per quanto riguarda le religioni in Indonesia, lo Stato si professa costituzionalmente laico, mentre il principio fondamentale filosofico di Pancasila è quello che afferma la fede in un solo ed unico Dio (il monoteismo). Un certo numero di differenti religioni vengono praticate nel paese e la loro influenza collettiva sulla vita politica del paese, oltre che economica e culturale, è assai significativa[1]. La costituzione indonesiana garantisce la libertà di culto e di espressione religiosa[2]; pur tuttavia, il governo riconosce solo sei religioni ufficiali (l'Islam, il protestantesimo, il cattolicesimo, l'induismo, il buddhismo e il confucianesimo),[3][4][5] anche se, in base ai dati raccolti dalla "Conferenza indonesiana sulla religione e la pace" (ICRP), vi sono all'incirca almeno altre 245 forme religiose non ufficiali di varia ampiezza all'interno dell'Indonesia[6]. La legge nazionale prevede che ogni cittadino in possesso di un documento di identità debba anche riconoscersi in una di queste sei religioni, anche se risulta essere possibile lasciare quella specifica sezione vuota[7]. Non viene invece riconosciuto l'agnosticismo o l'ateismo, mentre la bestemmia è illegale[8].
Nel censimento del 2018 l'86,7% della popolazione si è dichiarata musulmana (sunnita per oltre il 99%[9], seguaci dello sciismo per lo 0,5%[10], ahmadiyya per lo 0,2%[11]), il 7,6% protestante, il 3,12% cattolica, l'1,74% induista, lo 0.77% buddista, lo 0,03% confuciana, mentre lo 0,04% aveva altre fedi ed infine lo 0,36% ha rifiutato di dichiarare la propria appartenenza.[12]
La leadership politica indonesiana ha costantemente svolto un ruolo importante nella relazione reciproca tra i differenti gruppi religiosi, sia positivamente sia negativamente, promuovendo sì il rispetto, ma nel contempo affermando il Pancasila ed attuando un programma di trasmigrazione che ha causato tutta una serie di conflitti nella regione orientale del paese[13].