Prunaro
frazione del comune italiano di Budrio / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
Prunaro (Prunèr in dialetto bolognese orientale[1]) è una frazione del comune di Budrio, in provincia di Bologna. Il toponimo deriva dal latino prunarium, ricco di pruni, e lo stemma riporta questa particolarità della zona[2], che, come attestano i ritrovamenti archeologici, era abitata fin dai tempi preistorici[3].
Prunaro frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Città metropolitana | Bologna |
Comune | Budrio |
Territorio | |
Coordinate | 44°29′34.22″N 11°30′45.83″E44°29′34.22″N, 11°30′45.83″E (Prunaro) |
Abitanti | |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 40054 |
Prefisso | 051 |
Fuso orario | UTC+1 |
Nome abitanti | Prunaresi |
Patrono | san Lorenzo |
Giorno festivo | 10 agosto |
Cartografia | |
In epoca romana era un vicus strategico, compare anche in documenti del 946 e innumerevoli volte dopo il 1000. La famiglia bolognese Gozzadini si stabilì in questa frazione fin dal trecento, possedevano un mulino del 1311 sito presso il Canale Fossano. Si stabilì a Prunaro anche un'altra famiglia famosa: i Malvezzi, che avevano terre e abitazioni in cui rimane oggi un monumentale palazzo in via dei Mori. Come accadde nella vicina frazione di Cento di Budrio, la famiglia Loup impiantò anche qui un caseificio e fece costruire una fontana a uso pubblico presso via San Vitale, che esiste ancora, pur non dando acqua[2].
Nel 2001 è stato inaugurato il "Museo Valle dell'Idice" (Fondazione Cervellati), nell'edificio delle precedenti scuole elementari, realizzato 1922 in stile neorinascimentale[4]; dedicato alla fabbrica Ducati dall'origine al 1973: principalmente moto originali e poster pubblicitari, ma anche rasoi, videocamere, fotocamere, apparecchi radiofonici e altri piccoli elettrodomestici. L'esposizione comprende una sezione dedicata a Guglielmo Marconi.
Dalla borgata di Fabbreria del Trebbo, sita presso via San Vitale, nel 1867 partirono le truppe garibaldine di Bologna, Budrio, Medicina e Minerbio verso il Lazio, ove si trovava Giuseppe Garibaldi, intento a liberare Roma[2].