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Il principato vescovile di Coira (in tedesco Chur bischöfliches Fürstentum, in latino Episcopatus Ac Principatus Curiensis), fu uno Stato facente parte del Sacro Romano Impero (aveva il 51° voto nella Dieta) e, finché ciò ebbe un senso, del Regno di Germania,[1] situato fra i Grigioni e l'odierna provincia di Bolzano, da non confondere con la più vasta Diocesi di Coira sulla quale il principe-vescovo esercitava solo l'autorità spirituale spettante ad un ordinario presule. Ebbe una lunga durata: dal 1170 al 15 febbraio 1803.[2]
Principato vescovile di Coira Chur bischöfliches Fürstentum | |
---|---|
Castel Coira a Sluderno | |
Dati amministrativi | |
Nome ufficiale | Principato vescovile di Coira |
Lingue ufficiali | Latino, tedesco, italiano |
Lingue parlate | Tedesco, romancio, italiano |
Capitale | Coira |
Dipendente da | Sacro Romano Impero |
Politica | |
Forma di Stato | Teocrazia |
Forma di governo | Monarchia elettiva (principato vescovile) |
Capo di Stato | Principi-vescovi di Coira |
Organi deliberativi | Capitolo della cattedrale |
Nascita | 1170 con Egino di Coira |
Causa | Investitura imperiale |
Fine | 15 febbraio 1803 con Karl Rudolf von Buol-Schauenstein |
Causa | Guerre napoleoniche |
Territorio e popolazione | |
Bacino geografico | Grigioni, Alto Adige |
Massima estensione | 1 km² nel secolo XVIII |
Popolazione | 10 abitanti nel Medioevo |
Economia | |
Valuta | Kreuzen, thaler, ducat |
Risorse | denaro |
Commerci con | Sacro Romano Impero, Svizzera |
Religione e società | |
Religione di Stato | Cattolica romana |
Classi sociali | Clero |
Evoluzione storica | |
Preceduto da | Ducato di Svevia |
Succeduto da | Canton Grigioni |
La diocesi di Coira si era estesa fin dai suoi inizi sui territori dell’antica provincia romana della Rezia. L’aver mantenuto una base linguistica latina in un mondo germanizzato le diede una funzione di ponte culturale e la possibilità di espandersi in varie direzioni, monetizzando al massimo il controllo dei fondamentali passi alpini del Lucomagno e del Settimo verso la valle del Reno e la Maloja verso il Danubio. L’imperatore ebbe dunque interesse a riconoscere il potere anche temporale del vescovo locale per tirarlo dalla sua parte nella lotta per le investiture.
Il XIII secolo fu il periodo di massimo potere del principe vescovo, i cui possedimenti spaziavano dai territori italofoni della Mesolcina e della Maloja fino a est alla Val Venosta e al Vorarlberg. La pressione degli Asburgo e la crescita dei feudi locali si sovrapposero o disgregarono poi il potere vescovile, una tendenza cui si opposero più efficacemente gli abitanti che nella seconda metà del Trecento crearono le leghe grigie, le quali un secolo dopo si unirono nella Repubblica delle Tre Leghe, la quale soppiantò il vescovo in ogni potere residuo nei fatti, entrando addirittura nella nomina dello stesso.[3]
La Riforma protestante giustificò anche legalmente la situazione, e gli articoli di Ilanz riconobbero il governo del territorio alle Tre Leghe, garantendo però la sussistenza del principato accordando al vescovo la sovranità sui suoi palazzi, a Coira e in Val Venosta.[4] La sussistenza del principato, che in quanto Stato batteva regolarmente moneta, divenne d’interesse degli Asburgo, che attraverso il vescovo cattolico e imperiale cercavano una sponda per interessarsi della politica grigionese. Solo con il Reichsdeputationshauptschluss questa istituzione ecclesiastica di origine medievale venne secolarizzata.
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