Oratorio di San Mercurio
edificio religioso di Palermo / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
Caro Wikiwand AI, Facciamo breve rispondendo semplicemente a queste domande chiave:
Puoi elencare i principali fatti e statistiche su Oratorio di San Mercurio?
Riassumi questo articolo per un bambino di 10 anni
L'oratorio di San Mercurio è un luogo di culto cattolico situato nel centro storico di Palermo ove si trovano molti oratori sorti tra la fine del Cinquecento e il secolo successivo.[1] È ubicato nel mandamento Palazzo Reale o Albergaria nei pressi della chiesa di San Giovanni degli Eremiti.[1] Dal 2013 l'Oratorio di San Mercurio è gestito dall'Associazione Culturale "Amici dei Musei Siciliani" presieduta da Bernardo Tortorici Montaperto, principe di Raffadali.
Oratorio di San Mercurio | |
---|---|
Interno dell'oratorio | |
Stato | Italia |
Regione | Sicilia |
Località | Palermo |
Coordinate | 38°06′35.2″N 13°21′15.27″E |
Religione | cattolica |
Titolare | San Mercurio |
Arcidiocesi | Palermo |
Fondatore | Compagnia della Madonna del Deserto e della Madanna della Consolazione |
Stile architettonico | Barocco |
Inizio costruzione | 1640c. |
L'oratorio, secondo Donald Garstang, è la prima importante commissione di un Giacomo Serpotta poco più che ventiduenne; il putto tipico di Giacomo qui è nella sua fase primordiale con testa grossa, capelli soffici e ricciuti, arti paffuti e addome pronunciato.
Nell'oratorio di San Mercurio si nota la commissione in più anni secondo le disponibilità economiche della Compagnia della Madonna del Deserto; esso comunque rappresenta il summa dell'operato, nell'arco di 100 anni e a cavallo tra due secoli, della bottega Serpotta (Giacomo, il fratello Giuseppe, il figlio Procopio e il genero di quest'ultimo Gaspare Firriolo).
La denominazione di oratorio, nei documenti d'epoca, fa riferimento alla sede architettonica ed istituzionale di compagnie, confraternite e congregazioni, le quali erano associazioni di laici attendenti ad esercizi spirituali ed obbedienti ad un regolamento che disciplinava i rapporti con la Chiesa in materia di culto.[2]