Neutralità della Svizzera
neutralità della Svizzera / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
La neutralità della Svizzera è uno dei principi fondamentali della politica estera della confederazione, secondo il quale la Svizzera non deve essere coinvolta in conflitti armati o politici tra altri Stati.[1] Questa politica è autoimposta ed è progettata per garantire la sicurezza esterna e promuovere la pace.[2]
La Svizzera ha la più antica politica di neutralità militare del mondo;[3] non ha partecipato a una guerra straniera da quando la sua neutralità è stata stabilita dal Trattato di Parigi nel 1815.
Sebbene le potenze europee (Austria, Francia, Regno Unito, Portogallo, Prussia, Russia, Spagna e Svezia) abbiano concordato al Congresso di Vienna del maggio 1815 che la Svizzera dovesse essere neutrale, la ratifica finale è stata ritardata fino a dopo la sconfitta di Napoleone Bonaparte in modo che alcune forze della coalizione potessero invadere la Francia attraverso il territorio elvetico.[4]
Il paese ha una storia di neutralità armata che risale alla Riforma Protestante promossa da Ulrico Zwingli; non è in stato di guerra a livello internazionale dal 1815 e non è entrato a far parte delle Nazioni Unite fino al 2002.[5] Persegue una politica estera attiva ed è spesso coinvolto in processi di costruzione della pace in tutto il mondo.[6]