Govone
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Govone (Gon [gʊŋ] o Govon [gʊ'ʊŋ] in piemontese) è un comune italiano di 2 228 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte.
Govone comune | |
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Veduta di Govone | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Piemonte |
Provincia | Cuneo |
Amministrazione | |
Sindaco | Elio Sorba (lista civica Con te per Govone) dal 27-5-2019 |
Territorio | |
Coordinate | 44°48′N 8°06′E |
Altitudine | 301 m s.l.m. |
Superficie | 18,91 km² |
Abitanti | 2 228[1] (30-4-2023) |
Densità | 117,82 ab./km² |
Frazioni | Canove, Craviano, Montaldo, San Pietro, Trinità |
Comuni confinanti | Castagnole delle Lanze (AT), Costigliole d'Asti (AT), Magliano Alfieri, Priocca, San Damiano d'Asti (AT), San Martino Alfieri (AT) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 12040 |
Prefisso | 0173 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 004099 |
Cod. catastale | E118 |
Targa | CN |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 542 GG[3] |
Nome abitanti | govonesi |
Patrono | san Giovanni Decollato |
Cartografia | |
Posizione del comune di Govone nella provincia di Cuneo | |
Sito istituzionale | |
Fa parte della regione storica del Monferrato e della regione geografica del Roero ed è posto al confine con la provincia di Asti, circa a metà strada fra le città di Alba ed Asti.
Il sito è abitato sin dall'epoca romana, col nome di "Castrum Solarium" come dimostrano numerosi ritrovamenti che si trovano presso il museo "Eusebio" di Alba, ed è citato in documenti altomedievali. Già feudo vescovile astigiano, passato poi alla proprietà dei Solaro (famiglia). Fu in seguito sede di villeggiatura della casa Savoia nei primi decenni dell'Ottocento. È ora conosciuto soprattutto per il suo castello, presso il quale soggiornò appena diciottenne (anno 1730), il filosofo Jean-Jacques Rousseau, appena entrato al servizio del conte Francesco Ottavio Solaro.
Durante la seconda guerra mondiale, nel periodo dell'occupazione tedesca e della Repubblica Sociale Italiana, Michelina Saracco, proprietaria di un servizio di autobus, nascose e protesse nella zona alcuni ebrei, familiari di Vittorio Dan Segre, suoi vicini di casa, salvandoli dalla deportazione. Per questo impegno di solidarietà, il 13 giugno 1988, l'Istituto Yad Vashem di Gerusalemme ha conferito a Michelina Saracco l'alta onorificenza dei giusti tra le nazioni.[4]