Ghulat
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I ghulāt (in arabo غلاة?) sono letteralmente, secondo il pensiero islamico, gli "estremisti".[1] La forma aggettivale ghuluww (in arabo ﻏﻠﻮ?[2]) è un termine impiegato nella teologia islamica, tanto sunnita quanto sciita per descrivere alcune minoranze di matrice islamica sostenitrici di punti di vista teologici fortemente in contrasto col pensiero rispettivamente del sunnismo e dello sciismo. Si applica quindi a coloro che, ad esempio, estendono caratteristiche divine o quasi-divine a esseri umani, quand'anche di notevole spicco quali il profeta Maometto o suo cugino e genero 'Ali ibn Abi Talib.
Nei periodi relativamente più recenti, il termine è stato impiegato per descrivere in ambito sciita ogni diramazione non accettata dall'Imamismo, dall'Ismailismo o dallo Zaydismo.[1]
L'equazione estremismo-esagerazione deriva da uno dei momenti più significativi del pensiero islamico, propugnatore della "via mediana" tra opposte concezioni, una sorta di virtuosa aurea mediocritas che fa rifuggire come estranea all'Islam e all'esempio sempre dato dal suo "profeta ultimo", Maometto, di ogni forma di radicalismo di pensiero e comportamentale.