Führerstadt
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Führerstadt (lett. "Città del Führer") era uno status di preminenza politico-culturale riconosciuto da Adolf Hitler, il Führer della Germania nazista a cinque città tedesche nel 1937.[1]
Hitler intendeva trasformare le Führerstadt in monumentali moderne capitali culturali/operative del Terzo Reich, ognuna con una sua funzione precipua. I progetti, basati su schizzi realizzati da Hitler stesso, vennero affidati agli architetti di grido della Germania nazista: Albert Speer, Paul Troost, German Bestelmeyer, Konstanty Gutschow, Hermann Giesler, Leonhard Gall e Paul Otto August Baumgarten. Riassetti urbani più modesti avrebbero dovuto aver luogo in altre città: il numero è imprecisato, poiché si parla di 26, 35 e financo 50 siti diversi a seconda delle fonti. I progetti non furono realizzati a causa della seconda guerra mondiale, sebbene lo scoppio del conflitto non abbia, da subito, interrotto l'attività edilizia per insistenza di Hitler stesso.[2]
Dopo la Campagna di Francia nel 1940, Hitler ordinò che il riassetto urbanistico delle Führerstadt fosse completato entro il 1950 e che rappresentasse l'entità delle vittorie tedesche nell'Europa occidentale.