Eccidio della caserma Mignone
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L'eccidio della caserma Mignone (in tedesco Bozener Massaker o Mignone-Massaker) fu un'esecuzione di 23 giovani soldati italiani da parte dei nazisti avvenuta all'alba del 12 settembre 1944, a Bolzano.
Eccidio della caserma Mignone | |
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Data | 12 settembre 1944 |
Luogo | Caserma Mignone, Bolzano |
Stato | Italia |
Responsabili | SS Wilhelm Harster |
Conseguenze | |
Morti | 23 soldati italiani |
Per anni l'eccidio è stato considerato una rappresaglia, in risposta ad un'uccisione di alcuni militari nazisti, di cui tuttavia non è noto né il luogo e né il momento,[1] ma ricerche più recenti supportano l'ipotesi che si sia trattato del risultato di un progetto di eliminazione di agenti segreti che svolgevano azioni di intelligence e di sabotaggio nelle zone dell'Italia settentrionale occupate dai nazifascisti. Infatti per almeno di 19 dei 23 si sono potute ricostruire le missioni di sabotaggio di cui fecero parte tra la fine del 1943 e la primavera del 1944.[2]
Ecco le ultime ore dei soldati descritte da don Daniele Longhi:
«In noi, come in ognuno dei nostri con detenuti transitati dal campo di concentramento di Bolzano, resterà conficcato nella memoria, a guisa di pugnale d'acciaio immerso nelle carni, l'angosciosa, straziante visione ultima, dei nostri 23 compagni, che uscivano dal campo diretti alla morte, incamminati verso la soglia dell'eternità. Erano sempre stati altissimi di morale, durante tutto il periodo della loro permanenza in campo, provenienti dai Forti di Verona; pur presentendo, anzi, esattamente consapevoli che ogni giorno poteva segnare la data di una loro tragica fine, non erano mai apparsi afflitti agli occhi dei compagni, che li potevano vedere durante il loro disvago giornaliero, quando era loro consentito passeggiare nel cortile antistante il loro blocco recintato; la sera precedente avevano giocato a calcio, ultimo sollievo che l'avrebbe per un poco distolti dal pensiero preoccupante e nero della morte, anche se questa morte sarebbe stata gloriosa.»
(Don Daniele Longhi, nella commemorazione tenutasi nel settembre 1994)