Diritti LGBT in Pakistan
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I diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT) in Pakistan sono considerati immorali, pertanto, un tabù. Secondo la legge pakistana, le attività omosessuali sono illegali.
Questo divieto deriva da una legge dell'Impero britannico, che fu valida a partire dal 1860, con successive leggi che limitarono ulteriormente i diritti delle persone LGBT, motivandole ufficialmente con la protezione della morale pubblica.
A causa della mentalità conservatrice nella società, i pakistani si mostrano intolleranti verso l'omosessualità.
Ciononostante, la comunità LGBT è in grado di organizzare eventi, socializzare ed anche di formare coppie omosessuali, ma solo con estrema discrezione.[1]
Sebbene il Pakistan sia ufficialmente una repubblica islamica, molte leggi sono il risultato dell'eredità lasciata dagli inglesi.
Come risultato di una crescente tendenza alla liberalizzazione e alla globalizzazione, sta lentamente aumentando negli ultimi anni il numero di eventi gay.[2]
Le tradizionali norme religiose e le credenze culturali non vedono di buon occhio non solo l'omosessualità, ma anche abitudini come il crossdressing.
Ciò contribuisce agli atteggiamenti omofobi del governo e di molti gruppi. Il Pakistan non è dotato di leggi che proibiscano le discriminazioni e le molestie basate su un vero o presunto orientamento sessuale oppure che riconoscano il matrimonio fra persone dello stesso sesso e le unioni civili.
La comunità LGBT pakistana non ha ancora lanciato una campagna in difesa dei propri diritti, ma c'è un numero sempre crescente di uomini gay che vivono relativamente apertamente nelle città. In una storica sentenza del 2009, la Corte Suprema del Pakistan emise una sentenza in favore dei diritti civili dei cittadini transessuali.[2]