Cucina inglese
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La cucina inglese è l'insieme degli stili culinari, tradizioni e ricette contestuali dell'Inghilterra.
Nata da un insieme di fattori, quali la vicinanza al mare, i traffici commerciali avuti con le Americhe, la Cina e l'India quando essa era il fulcro dell'Impero britannico, le immigrazioni, come quella del dopoguerra, e l'arrivo di eserciti dal continente europeo,[1] la cucina inglese si caratterizza per alimenti a base di manzo e maiale, specie quelli cotti arrosto, stufati o alla griglia,[2] gli sformati, anch'essi a base di carne ma anche preparati seguendo elaborate preparazioni, i pudding, un termine impiegato nel Regno Unito per indicare un qualsiasi alimento, dolce o salato, dalla consistenza densa, soffice e spugnosa,[3] dolci come i biscotti, i pasticcini, alimenti al cucchiaio come il trifle e l'Eton mess, e svariate salse e condimenti derivati dalla cucina indiana. Oltre a questi, tra gli alimenti più caratteristici vi sono le torte salate e dolci. In Inghilterra (e negli altri Paesi anglosassoni) queste vengono suddivise in due grandi categorie conosciute come pie e cake. Le prime sono sfoglie (pie crust) a base di farina, burro, sale, a volte zucchero, e acqua, cotte su una teglia e farcite con un ripieno dolce o salato. A volte, esse sono sovrastate da un altro rivestimento di pasta, come capita nel caso della steak and ale pie, ad esempio. Le seconde, che contengono esclusivamente ingredienti dolci, sono degli impasti soffici di farina, zucchero, lievito o soda, uova, aromi e, a volte, grassi alimentari, che vengono farcite con ingredienti a piacere. Ne sono degli esempi quelle con la frutta (fruitcake) e quelle con il formaggio (cheesecake).[4] La cucina inglese ha quindi elementi distintivi rispetto a quella britannica, di cui fa comunque parte e alla quale è giocoforza legata.
Alcuni piatti tradizionali, come pane e formaggio, arrosti e stufati, sformati di carne, selvaggina, verdure bollite, brodi, pesci d'acqua dolce e salata hanno antiche origini. Questi alimenti vengono riportati nel tomo The Forme of Cury, che risale all'epoca di Riccardo II, vissuto durante il XIV secolo. Sempre nel Medioevo, si è assistito ad alcune commistioni da altre culture. Le spezie, le mandorle e il riso che sono alla base della locale cucina, vennero introdotti durante il tredicesimo secolo. Nel corso dell'Ottocento si assistette a un incremento della popolazione e ciò portò all'importazione di grandi quantità di cibo, molti dei quali dall'Europa. Il curry venne importato dal subcontinente indiano e adattato ai gusti inglesi a partire dal XVIII secolo, quando Hannah Glasse spiegò come preparare il pollo al curry. La cucina francese influenzò quella inglese durante l'età vittoriana. Tra il 1850 e il 1960 la cucina inglese divenne più semplice e conservatrice,[2] complice anche il razionamento alimentare imposto durante la seconda guerra mondiale.[5] A partire dagli anni sessanta, grazie al successo del libro A Book of Mediterranean Food (1950) di Elizabeth David, che rese nota la cucina italiana e di altri autori che, sulla sua scia, iniziarono a pubblicare altri tomi dedicati ad altre cucine estere, tra cui quelle indiana, cinese e thailandese, si assistette a un sensibile ampliamento della gamma di prodotti tipici.[2] La cucina inglese risente tutt'oggi l'influsso delle gastronomie di altri Paesi di tutto il mondo, come confermano i molti ristoranti etnici che si possono trovare sul posto.