Crizia (dialogo)
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Il Crizia (in greco Κριτίας) è uno degli ultimi dialoghi di Platone. Strutturato come una continuazione del Timeo (stessi personaggi, e quindi stessa data drammatica), si tratta di un dialogo incompiuto, che si conclude con la narrazione del mito di Atlantide, che probabilmente doveva rappresentare la parte centrale dell'opera. Secondo alcuni studiosi sarebbe seguito un ipotetico terzo dialogo intitolato Ermocrate a completamento della trilogia.
Crizia | |
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Titolo originale | Κριτίας |
Altri titoli | Atlantico |
Ritratto di Platone nella moderna Accademia di Atene | |
Autore | Platone |
1ª ed. originale | IV secolo a.C. |
Genere | dialogo |
Sottogenere | filosofico |
Lingua originale | greco antico |
Personaggi | Socrate, Timeo, Crizia, Ermocrate |
Serie | Dialoghi platonici, VIII tetralogia |
Preceduto da | Timeo |
Seguito da | Ermocrate |
Per quanto riguarda lo stile, il Crizia si presenta come un lungo monologo di Crizia (lo zio di Platone, a capo dei Trenta Tiranni[1]), a cui cede la parola Timeo, protagonista dell'omonimo dialogo. Nel suo lungo discorso, Crizia narra le origini dell'Attica secondo la testimonianza di Solone, cogliendo l'occasione per alcune riflessioni di filosofia politica che, molto probabilmente, avrebbe dovuto poi sviluppare nella seconda parte, mai scritta. Inoltre, stando a quanto afferma Socrate in 108a, alcuni commentatori ipotizzano che a questo sarebbe dovuto seguire un terzo dialogo, in cui avrebbe avuto la parola Ermocrate.[2]