Criminalità nella Città del Vaticano
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La criminalità nella Città del Vaticano si riferisce ad alcuni episodi delittuosi che si verificavano nel tempo all'interno della piccola monarchia ecclesiastica. In conformità con l'articolo 22 dello statuto lateranense del 1929 tra la Santa Sede e l'Italia, il governo di quest'ultimo si impegna a detenere e condannare nel proprio territorio criminali o sospetti che hanno agito in Vaticano, a spese di quest'ultimo per processo e detenzione[1].
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Per tentato o effettuato omicidio del Papa, una legge passata nel 1929 e rimasta valida sino al 1969, prevedeva l'uso della pena di morte. Su iniziativa di Giovanni Paolo II è stata definitivamente rimossa dal sistema legislativo vaticano con la Legge fondamentale del 12 febbraio 2001.