Campo di sterminio di Sobibór
campo di concentramento nazista nella Polonia occupata / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Sobibór (pronuncia [sɔˈbibur]) fu (con Chełmno, Bełżec, Treblinka e Auschwitz-Birkenau) uno dei principali campi di sterminio del regime nazista durante l'Olocausto.[1]
Costruito a marzo del 1942[2], il campo prende il nome del villaggio presso il quale venne edificato, ora parte del Voivodato di Lublino in Polonia. Con Bełżec e Treblinka fu uno dei tre campi di sterminio nazisti costruiti nell'ambito dell'operazione Reinhard.[3]
Gli internati, qui deportati tramite convogli ferroviari, erano in gran parte ebrei, prigionieri di guerra sovietici e zingari. All'arrivo al campo, i prigionieri erano immediatamente separati: alcuni erano destinati al lavoro forzato, altri, la maggior parte, alle camere a gas. A Sobibór furono uccise, secondo l'United States Holocaust Memorial Museum, circa 167 000 persone[4], ma secondo altri le vittime furono tra 200 000 e 250 000[5], delle quali 207 000 provenienti dalla Polonia, 31 000 dalla Cecoslovacchia, 10 000 dalla Germania e dall'Austria, 4 000 dalla Francia, 14 000 dalla Lituania, e 34 313 dai Paesi Bassi. Fra le vittime di Sobibór c'è anche Helga Deen, autrice del diario Kamp Vught in cui racconta la sua esperienza di prigioniera nel campo di concentramento di Herzogenbusch.