Bealera
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Bealera è un termine regionale diffusosi soprattutto nel nord-ovest d'Italia e nella Sardegna settentrionale, che sta ad indicare un piccolo canale, naturale o artificiale, che trasporta dell'acqua, di solito utilizzata per l'irrigazione agricola (quindi posto ai lati dei terreni coltivati), oppure per produrre della forza motrice; in quest'ultimo caso, vengono usate, ad esempio, per alimentare piccoli mulini, opifici o altri impianti idraulici. In termini strettamente idraulici, la bealera si differenziava sia dal "rio", in quanto quest'ultimo poteva essere soltanto naturale, sia dal "canale", in quanto quest'ultimo costituito da pareti fortificate, ad es. da cemento o da pietra. In tempi più recenti tuttavia, i termini sono diventati spesso tutti sinonimi.
L'idronimo deriverebbe dall'antico celto-ligure beda, ovvero fosso, e quindi bedale, ovvero torrente scavato, infossato[1].
Il termine poi, è ancor oggi utilizzato in Piemonte, anche nella variante bialera. Durante l'alto medioevo furono innumerevoli le bealere costruite per l'irrigazione agricola in tutta questa regione, in special modo per la coltivazione del riso verso la Pianura Padana del Piemonte orientale, che furono poi alimentate dal canale artificiale Cavour a partire dal XIX secolo.
Non meno note furono le bealere costruite vicino i vari centri urbani piemontesi, sia per alimentare le allora cascine e fattorie a ridosso e dentro gli stessi centri urbani prima, sia per impianti industriali dopo.
Purtroppo, tutto il sistema idrico, soprattutto nel nord-ovest-Italia, soffre da alcuni recenti anni di una cronica siccità metereologica[2] che desta varie preoccupazioni sulla portata di tutti i fiumi, torrenti, canali e relative bealere.